Imposte

Bonus per i progetti energetici delle start up

Credito d’imposta del 20% delle spese sostenute. Dotazione di 2 milioni

di Carmine Fotina

Arriva il bonus ricerca per progetti energetici delle startup. Con un emendamento dei relatori (Guerino Testa di Fratelli d’Italia e Annarita Patriarca di Forza Italia) al decreto bollette, il cui esame è stato ultimato ieri nelle commissioni riunite Finanze e Affari sociali della Camera, viene istituito un credito d’imposta, riservato alle startup innovative costituite a partire dal 1° gennaio 2020, in misura non superiore al 20% della spesa per ricerca e sviluppo volta a soluzioni innovative nel campo dell’energia.

Nello specifico, il credito d’imposta può essere riconosciuto entro un tetto di 200mila euro e comunque fino all’esaurimento delle risorse complessivamente messe a copertura della misura, pari a 2 milioni di euro per il 2023.

I progetti agevolabili devono essere finalizzati a realizzare strumentazioni e servizi tecnologici per garantire la sostenibilità ambientale e la riduzione dei consumi energetici.

Dovrà essere un successivo decreto del ministro delle Imprese e del made in Italy, di concerto con il ministero dell’Economia, a definire le modalità applicative, compresi il controllo e la verifica dell’effettività delle spese sostenute, le cause di decadenza e revoca del beneficio e le modalità di restituzione del credito d’imposta fruito indebitamente.

Questo nuovo intervento aggiorna un quadro in rapida evoluzione fin dal 2012, quando con il decreto 179 del governo Monti fu varata la prima normativa di sostegno alle startup innovative definendo anche i requisiti che un’azienda deve avere per rientrare in questa speciale categoria del Registro delle imprese.

A tempo stesso il legame tra l’attività di ricerca e sviluppo agevolabile e la finalità della spesa, orientata ai miglioramenti delle prestazioni energetiche, fotografa una tendenza in atto negli ultimi tempi con una certa chiarezza nelle policy ministeriali. In questa direzione è andato ad esempio di recente lo strumento della “Nuova Sabatini” con il quale lo Stato abbatte i tassi di interesse pagate dalle Pmi per accedere a finanziamenti bancari. E si ragiona in quest’ottica anche per il restyling del piano Transizione 4.0. L’idea è finanziare una nuova versione, “Industria 5.0”, legando i crediti d’imposta per i macchinari innovativi a processi di decarbonizzazione e di effcientamento energetico.

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