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Tabacco e prodotti innovativi: la Ue spinge verso una tassazione armonizzata

Conclusa il 22 giugno la consultazione pubblica, la Commissione proporrà una revisione dell’attuale direttiva

La tassazione del tabacco e dei prodotti simili è armonizzata a livello europeo, al fine di assicurare il corretto funzionamento del mercato unico. Pertanto, la struttura e le aliquote applicate sono definite, a livello europeo, dalla direttiva Accise tabacchi 2011/64/Ue, approvata nel 2010.

A partire dal 2014, le istituzioni europee hanno però avviato un processo di valutazione circa l’adeguatezza della direttiva a disciplinare efficacemente il settore e, a esito di tale procedimento, nel 2020 il Consiglio ha affidato alla Commissione il mandato di redigere una proposta di revisione della direttiva stessa, da presentare nel corso del 2021.

Tra i principali rilievi espressi dalla Commissione, sulla base di una serie di studi, emergono:
● la necessità di incrementare i livelli minimi di tassazione, strumento di dissuasione al fumo ritenuto efficace ma che necessita di aggiornamento;
● la necessità di provvedere a un’armonizzazione fiscale e definitoria dei prodotti innovativi alternativi a quelli tradizionali, come sigarette elettroniche e tabacco riscaldato, non disciplinati dall’attuale direttiva;
● la possibilità di valutare l’implementazione di meccanismi di controllo dei flussi di tabacco greggio/semilavorato, al fine di contrastare le attività di manifattura illecita (peraltro in leggero aumento).

Le conclusioni del Consiglio Ue (2 giugno 2020), che rappresentano le linee guida per la Commissione nella redazione della proposta, evidenziano tra l’altro come, sia per la disciplina dei prodotti innovativi sia per il monitoraggio dei flussi di tabacco, appaia opportuno fare riferimento anche alle esperienze e alle best practices adottate dai singoli Stati membri.

Il futuro della tassazione

In tale contesto, la Commissione ha avviato una consultazione pubblica – analogamente a quanto già fatto nel 2018 – finalizzata ad acquisire le opinioni di tutti gli stakeholder interessati (esperti, docenti, operatori del settore, associazioni di categoria, eccetera). Del resto, il parere qualificato da parte di esperti del settore rappresenta un valore aggiunto per la Commissione europea che redigerà la proposta di revisione.

Questa consultazione pubblica si è chiusa il 22 giugno scorso. Guardando anche le risultanze dei precedenti interventi, i progetti di riforma della direttiva per il futuro dovrebbero portare, per i prodotti tradizionali basati sul tabacco da combustione, ad assicurare sufficienti margini di flessibilità per gli Stati membri nella determinazione delle aliquote, anche in relazione all’accisa minima prevista.

Per i prodotti emergenti alternativi al tabacco, in assenza di una disciplina unitaria a livello unionale, sarà necessario uniformare le singole iniziative adottate dagli Stati membri, introducendo una definizione propria di tali prodotti distinta da quelli tradizionali e prevedendo una tassazione che tenga conto delle peculiarità di tali prodotti, al fine di evitare l’incertezza normativa e la disparità di trattamento tra i vari Paesi Ue.

In conclusione, la prospettiva non potrà che essere quella di un’armonizzazione che nel futuro si renderà più marcata, al pari di quella già realizzata in altri settori sottoposti ad accisa a livello europeo, quale ad esempio quello energetico, i cui principi appaiono estremamente significativi in prospettiva de jure condendo, se applicati al comparto delle accise sui tabacchi. Si pensi, ad esempio, al principio dell’equivalenza, ovvero all’imposizione di tributi sui prodotti considerati maggiormente nocivi per l’ambiente, che potrebbe essere mutuata con riferimento alla tassazione di prodotti potenzialmente meno dannosi per la salute.