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Associazioni e sport dilettantistico, aperture al pubblico con il rispetto dei vincoli anti-contagio

Sport: pronta la ripartenza delle attività, con previsioni di interesse per gli enti del Terzo settore. Dal 24 maggio, infatti, hanno potuto riaprire le palestre e dal 1° luglio le piscine al chiuso ma con dovute accortezze. Con decreto del 7 maggio scorso, il dipartimento Sport presso la Presidenza del Consiglio dei ministri ha aggiornato le linee guida per la ripartenza dello sport di base e l’attività motoria in genere con misure minime obbligatorie.

Oltre a recepire le indicazioni già fornite in precedenza e adattarle ai più recenti provvedimenti legislativi di contenimento degli effetti Covid-19 (Dl 52 del 22 aprile 2021 e Dpcm 2 marzo 2021), il documento fissa passaggi di rilievo tratti dai protocolli attuativi delle Federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate e Enti di promozione sportiva (Eps) del Coni e del Cip.

Circostanza, questa, che dimostra l’impegno comune delle grandi organizzazioni al fine di favorire al meglio la ripartenza dello sport nel territorio. In questo senso, si pone la stessa previsione del dipartimento dello Sport che, da un lato, riconosce l’obbligatorietà di quanto stabilito e, dall’altro, riconosce alle Federazioni, discipline associate e Enti di promozione sportiva del Coni e dal Cip la possibilità di adottare ulteriori misure, purché più restrittive.L’ultima versione delle linee guida dà attuazione alle nuove regole che consentono – in zona gialla – di svolgere all’aperto qualsiasi attività sportiva, anche di squadra e di contatto, purché all’aperto e senza l’uso degli spogliatoi (articolo 6 del Dl 52/2021).

Cambiano i termini a partire dai quali le diverse attività potranno riprendere. In considerazione dell’andamento della curva epidemiologica e delle novità legislative, le piscine all’aperto hanno già ripreso dal 15 maggio scorso (mentre quelle al chiuso riapriranno dal 1° luglio prossimo), mentre dal 24 maggio hanno aperto le porte delle palestre (articolo 4, comma 2, del Dl 65/2021).

La platea

A livello soggettivo, destinatari di tali indicazioni sono associazioni, società sportive e, in generale, tutti coloro che gestiscono, a qualsiasi titolo, siti sportivi, centri di attività motoria, palestre, piscine. In particolare, gli stessi saranno tenuti a precisi obblighi informativi e ad effettuare una valutazione di rischio di contagio nel proprio sito, tenendo conto delle specificità delle singole attività al fine di ridurre le occasioni di contatto. Per la pratica sportiva al chiuso, resta l’obbligo di indicare il numero massimo di presenze consentite nelle strutture (palestre, sale, piscine, eccetera), di effettuare il tracciamento di accesso alle strutture – anche con registri cartacei, ove la struttura abbia una capienza inferiore alle 50 persone – e l’osservanza delle pratiche di igiene garantite negli spazi comuni.

Le distanze

Nel dettaglio, occorrerà mantenere la distanza interpersonale di almeno 1 metro tra gli operatori sportivi e atleti. Quanto all’uso della mascherina, le linee guida precisano la non necessarietà durante lo svolgimento di attività sportiva, anche a livello amatoriale, all’aperto. Tuttavia, resta l’obbligo al termine dell’attività sportiva e, in generale, in qualsiasi momento all’interno delle strutture sportive.

Riorganizzazione, informazione e pratiche di igiene costanti sono, del resto, misure minime obbligatorie previste anche per le attività dei centri culturali, sociali e ricreativi (in base all’articolo 1, comma 14, del Dl 33/2020). Un settore, questo, attualmente in standby e che tuttavia interessa anche gli enti sportivi che coniugano attività sportiva a quella di inclusione sociale. È il caso, ad esempio, delle molte associazioni sportive dilettantistiche (Asd) iscritte al Coni e, al contempo, nel Registro delle associazioni di promozione sociale (Aps), per il tramite dell’Eps – Aps nazionale a cui aderiscono. In relazione alle attività ludico-ricreative, le associazioni dovranno, dunque, attendere la ripartenza, fissata attualmente al 1° luglio prossimo.

Discorso diverso, invece, per le attività ludico-ricreative svolte dagli enti a favore di bambini e adolescenti. In quest’ipotesi, sebbene l’articolo 16 del Dpcm 2 marzo 2021 abbia previsto la sospensione delle attività dei centri culturali, sociali e ricreativi e il successivo decreto abbia fissato la ripresa delle attività in questione a partire dal 1° luglio 2021 (articolo 9 del Dl 65/2021), le attività ludico-ricreative ed educative rientrano tra quelle attualmente consentite nelle zone di colore giallo (in base all’articolo 20, comma 2, secondo periodo Dpcm 2 marzo 2021).

La somministrazione di alimenti e bevande

Da considerare, peraltro, che all’attuale sospensione delle attività nei circoli ricreativi, culturali e sociali non corrisponde una simmetrica sospensione anche per l’attività di somministrazione di alimenti e bevande, che potrà proseguire nel rispetto delle linee guida vigenti (articolo 2-bis del Dl 2/2021). Questi, infatti, potranno somministrare ai propri soci alimenti e bevande garantendo una «seppur minima ripresa» della vita associativa.

Ricordiamo, tuttavia, che a riprendere tale attività saranno però le sole associazioni con la qualifica di enti del Terzo settore in base al Dlgs 117/2017. Potranno quindi beneficiarne – in questa fase transitoria di avvio del Registro unico del Terzo settore – le sole Onlus, organizzazioni di volontariato e Aps, iscritte nei relativi registri di settore.