Adempimenti

Help desk per i dubbi sui beni da riciclare

di Federica Micardi

Dal 15 agosto escono dal sacco nero per entrare nel percorso del riciclo diversi beni, i cavi elettrici (se predisposti con un’uscita), le poltrone elettriche, le bici elettriche senza targa, le stufe a pallets con accensione elettrica. E parliamo solo dei beni consumer mentre l’estensione dei Raee riguarda soprattutto beni in uso alle imprese come l’impiantistica antincendio.

I primi ad accorgersi della novità saranno i produttori dei prodotti che dal 15 agosto entrano nella cosiddetta “economia circolare” che impegna economicamente il produttore a gestire il bene anche nel momento della sua dismissione. «Un po’ di preoccupazione c’è- ammette Filomena D’Arcangelo, responsabile dell’area tecnico normativa e ambiente di Anie, la federazione che rappresenta 1.300 inprese elettriche ed elettroniche - e per andare incontro ai dubbi delle imprese abbiamo pubblicato una guida che entro la fine del mese si arricchirà di nuovi allegati tecnici». Non sempre, infatti, è chiaro se un apparecchio rientri o meno tra quelli obbligati al riciclo: «in merito - aggiunge D’Arcangelo - il Comitato di vigilanza e controllo del ministero ha il compito di esprimersi sui casi dubbi». Si è già in attesa di chiarimenti su alcuni prodotti e con l’ampliamento delle categorie è facile aspettarsi che gli “interpelli” aumenteranno. Le categorie di prodotti soggetti al Raee , dal 15 agosto, con l’open scope, scendono da 10 a sei di cui tre generiche, e a mettere in crisi le imprese è proprio l’incertezza, dato che la responsabilità in caso di errata classificazione è del produttore. In questi giorni Confindustria e Confcommercio stanno sottoscrivendo l’accordo di programma 2018-2020 e, anticipa Davide Rossi, direttore generale di Aires-Confcommercio, «stiamo lavorando perché l’impatto sul consumatore delle novità sia sostanzialmente zero»; l’accordo prevede anche premi di efficienza per le imprese (tra i 50 e i 100 euro a tonnellata). Se le nuove regole comporteranno un aumento dei prezzi al consumo è presto per dirlo, «sarà ogni singolo produttore - spiega Marco Imparato, direttore generale di Applia Italia-Confindustria - a decidere se spalmare il costo dell’eco-contributo sul consumatore finale». Ma dal riciclo chi ci guadagna? «Se fatto bene e non in modo predatorio - spiega Rossi - l’attività non propriamente è redditizia, ma crea lavoro, non inquina e non impoverisce il pianeta».

Il sistema di gestione per la raccolta e il trattamento dei beni da riciclare è pronto. «Gli impianti per la gestione dei rifiuti elettrici - spiega Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di coordinamento Raee - sono attualmente sottoutilizzati e lavorano al 30% della loro potenzialità; e per la raccolta non abbiamo difficoltà ad aumentare il numero dei ritiri». Oggi al Registro dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche sono iscritte 6mila aziende, con l’open scope «ci si aspetta - afferma Longoni - di arrivare a quota 9mila».

Ma come funziona l’iscrizione? L’azienda deve affidarsi a uno dei 15 consorzi di smaltimento operativi sul territorio, che segnala l’azienda al Registro A.E.E. e che valuta la quota di mercato dell’azienda nel 2017; in base a questo dato verrà stabilito l’eco-contributo che l’impresa dovrà versare per smaltire i materiali a fine vita. «Va chiarito - conclude Longoni - che per noi le nuove iscrizioni partiranno tutte dal 15 agosto anche se, di fatto, le imprese si iscriveranno con ritardo». Insomma posticipare l’iscrizione non si traduce in un risparmio.

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