Finanza

Al via lunedì 16 maggio la corsa ai bonus auto, moto e veicoli commerciali

Le concessionarie potranno prenotarsi solo dal 25: rischio click-day. L’accesso al contributo per il 2022 sarà effettivo solo fino all’esaurimento della dote di 650 milioni

di Carmine Fotina

C’è finalmente una data per la partenza dei nuovi incentivi all’acquisto di auto a basse emissioni. Le concessionarie potranno accedere alla piattaforma di prenotazione del ministero dello Sviluppo economico, gestita dalla società in-house Invitalia, a partire da mercoledì 25 maggio caricando i dati di contratti di vendita stipulati però già a partire da lunedì 16 maggio.

Per gli eco-incentivi del 2022 c’è una disponibilità di 650 milioni e il meccanismo porterà inevitabilmente a un click day per i concessionari intenzionati ad assicurarsi con la prenotazione l’accesso alle agevolazioni, che si ferma all’esaurirsi delle risorse. In altre parole, solo quando la piattaforma genererà lo specifico codice di prenotazione ci sarà certezza di avere ottenuto il bonus.

Il decreto della presidenza del consiglio (Dpcm) che avvia la nuova campagna di incentivi è stato firmato il 6 aprile ed è stato registrato dalla Corte di Conti il 4 maggio. Il Dpcm esplicita che gli incentivi si applicano per acquisti o contratti di leasing stipulati a partire dalla data di entrata in vigore del provvedimento, prevista appunto per il 16 maggio, ed entro il 31 dicembre 2022. Ulteriori 650 milioni sono previsti sia per il 2023 sia per il 2024.

Ma per mettere online la piattaforma telematica, che dovrà tenere conto delle novità rispetto alla prima tornata di incentivi, occorrono ancora alcuni giorni.

Riassumendo, il decreto prevede per le auto incentivi graduati in base alla fascia di emissione (con tre categorie da 0 a 135 grammi di Co2 per chilometro) e all’abbinamento o meno della rottamazione. Il contributo massimo può arrivare a 5mila euro, la metà rispetto alla tornata di incentivi del 2021. Nella fascia di auto almeno Euro 6 con emissioni di Co2 di 0-20 g/km, i modelli elettrici, il bonus sarà di 3mila euro che diventano 5mila con rottamazione di un veicolo inferiore alla classe Euro5. Il tetto di prezzo è di 35mila euro Iva esclusa.

Nella categoria 21-60, in pratica l’ibrido plug-in, l'incentivo è di 2mila euro e raddoppia rottamando (il tetto di listino sale a 45mila euro). Per le 61-135, ibride full ma anche diversi modelli diesel e benzina Euro6, bonus di 2mila euro solo con rottamazione e tetto a 35mila euro. Poi ci sono moto, scooter, tricicli e quadricicli. Per quelli a motore termico, almeno Euro 5, c'è un incentivo del 40% fino a 2.500 euro ma a condizione che il venditore applichi uno sconto di almeno il 5% e se viene rottamato un veicolo Euro 0, 1, 2 o 3. Se si tratta di modelli elettrici il contributo è del 30% fino a 3mila euro e sale al 40% (fino a 4mila euro) con rottamazione di un veicolo tra Euro 0 e Euro 3 di cui si è proprietari, o lo è un familiare o convivente, da almeno un anno. Incentivati anche gli acquisti di veicoli commerciali, esclusivamente elettrici: 4mila euro fino a 1,5 tonnellate, 6mila euro tra 1,5 e 3,49 tonnellate, 12mila euro da 3,5 a 7 tonnellate, 14mila euro oltre 7 e fino a 12 tonnellate. Ma occorre contestualmente rottamare un veicolo inferiore a Euro4.

Il decreto arriva in Gazzetta Ufficiale dopo una lunga attesa, che secondo le case costruttrici ha ulteriormente penalizzato il mercato a causa dell’effetto-attesa. Nel testo sono confermati due aspetti criticati dagli operatori del mercato: il limite dei 180 giorni per la consegna dell’auto nuova, che può essere difficile da rispettare in considerazione della mancanza di chip, e il divieto di rivendere la vettura acquistata con gli incentivi prima di 12 mesi (24 mesi nel caso delle flotte di car sharing). Quest’ultimo vincolo è stato introdotto per evitare l’accaparramento di bonus da parte di soggetti che poi potrebbero effettuare una rivendita immediatamente dopo la consegna. Potendo aggirare in questo modo anche la limitazione, prevista dal Dpcm, degli incentivi alle sole persone fisiche. Entrambi i punti sono stati oggetto di un’interrogazione parlamentare M5S a firma dei deputati Azzurra Cancelleri e Luigi Chiazzese.

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