Professione

Tra i commercialisti «linea condivisa» sulla protesta fiscale: oggi incontro al Mef con Casero

di Francesca Milano

Oggi si saprà se quello proclamato dai commercialisti sarà il primo sciopero della categoria o se, invece, l’ “evento storico” verrà rimandato. Perché oggi associazioni sindacali e Consiglio nazionale incontrano il vice ministro all’Economia, Luigi Casero: l’obiettivo è quello di ribadire le esigenze della categoria, già messe nero su bianco in un documento condiviso da tutte le sigle sindacali.

In vista dell’incontro di oggi il nuovo presidente del Consiglio nazionale e i vertici delle associazioni si sono riuniti ieri: «Abbiamo definito una linea condivisa - spiega Massimo Miani, presidente del Cndcec senza però svelare di più -. C’è la possibilità che le richieste dei sindacati vengano ascoltate». Ottimista, quindi? «Lo sono sempre».

A parlare della possibilità di revocare lo sciopero proclamato dal 26 febbraio al 6 marzo è il vicepresidente dell’Adc, Marco Lucchetti: «Siamo disposti a cancellare la protesta, ma solo se dall’altra parte ci sarà una reale disponibilità ad accogliere le nostre richieste. In ogni caso non penso che lo sciopero potrà essere revocato su due piedi».

Chiarisce la strategia Marco Cuchel, presidente dell’Anc: «Per parlare di sospensione ci vorrebbe un atto forte del ministero, come la presa di posizione del ministro Padoan o un provvedimento urgente».

La prima cosa che faranno i commercialisti una volta seduti al tavolo del ministero sarà quella di chiedere che venga presa una posizione chiara sulla remissione in termini dell’invio delle dichiarazioni Iva in scadenza il 28 febbraio, nel bel mezzo dello sciopero. «Su questo tema vogliamo un impegno formale - sottolinea Cuchel -, andrebbe bene anche un provvedimento direttoriale».

Troppi se e troppi ma per scommettere sulla revoca dello sciopero, e infatti Domenico Posca, presidente di Unico, spiega che «ci stiamo organizzando per dare istruzioni agli associati su come aderire allo sciopero e come comunicare ai clienti la situazione».

In attesa dell’incontro di oggi, quello che c’è stato ieri «ha gettato le basi per una collaborazione tra Consiglio nazionale e associazioni sindacali», afferma Fazio Segantini, presidente dell’Ungdcec.

Al di là dei singoli adempimenti su cui i commercialisti chiedono modifiche, c’è un discorso più profondo: «Bisogna mettere mano all’intero impianto fiscale - spiega Amedeo Sacrestano, presidente Andoc -. Da troppo tempo andiamo avanti con piccoli ritocchi introdotti solo per fare gettito. Serve invece una riforma organica che passi per la trasformazione dello Statuto del contribuente in una norma di rango costituzionale, l’eliminazione di adempimenti inutili e il riconoscimento del ruolo fondamentale del commercialista». Di «revisione organica e del ruolo del commercialista» parla anche Roberta Dell’Apa, presidente Aidc.

La «linea condivisa» tracciata dai sindacati e dal Consiglio nazionale tocca diversi adempimenti: «Lo spesometro, l’eliminazione dei beni ai soci, l’innalzamento a 36 mesi per il pagamento delle rate della rottamazione delle cartelle», ricorda Giuseppe Diretto, presidente Unagraco.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©