Controlli e liti

Voluntary e giochi trainano le entrate tributarie 2016

di Marco Mobili

Voluntary disclosure , split payment e il canone Rai in bolletta trainano al rialzo, con un +3,3% annuo, le entrate tributarie del 2016. Contributi importanti a suon di maggiori incassi sono arrivati anche dai giochi e in particolare dalla stangata della Stabilità 2016 sulle new slot e sulle videolotterie, nonché dalla c edolare secca sugli affitti . La crisi, in particolare quella dei mercati finanziari, ha influenzato pesantemente al ribasso il gettito delle rendite finanziarie, mentre il taglio del cuneo fiscale sull’Irap e l’ addio alla Tasi con gli sconti sull’Imu agricola ha portato complessivamente nelle casse di governatori e sindaci oltre 10 miliardi in meno rispetto al 2015. È quanto emerge dal bollettino delle entrate tributarie «gennaio-dicembre 2016», pubblicato ieri dal ministero dell’Economia. Il trend di crescita non si ferma neanche a gennaio 2017 anche se un dato da evidenziare sulle entrate del primo mese di quest’anno è il -17% fatto registrare dall’ imposta sui tabacchi . Una calo che va in controtendenza con le intenzioni del Governo di voler ricorre anche alla leva fiscale su “bionde” e tabacco per centrare la correzione dei saldi di finanza pubblica chiesta da Bruxelles.

L’operazione rientro dei capitali ha inciso per circa un punto percentuale sull’incremento complessivo delle entrate. Secondo il Dipartimento delle Finanze, al netto dei 4,1 miliardi incassati con la voluntary, le entrate tributarie si attesterebbero a un tasso di crescita del +2,4%, rispetto al 2015.

Prima di evidenziare l’ennesimo boom dell’Iva, trainato dallo split payment, va messa in evidenza l’autoliquidazione Irpef: i versamenti diretti delle persone fisiche crescono rispetto al 2015 di 911 milioni (+4,4%). Primi segnali dell’effetto compliance? Forse è ancora presto per dirlo ma il miliardo in più versato resta. Così come si dimostra una scelta vincente per il Fisco, un po’ meno per i furbetti delle tasse, l’aver introdotto un “sostituto d’imposta” per pagare il canone Tv . Nel 2016 sono arrivati poco più di 2 miliardi di euro ossia 281 milioni in più rispetto al 2015 (+16,3%). Al conto poi mancano una parte della quota di canone 2016 addebitata sulle bollette di fine anno e che sono state pagate a inizio 2017. Va poi ricordato che nel 2015 il canone tv era di 133,5 euro contro i 100 pagati lo scorso anno.

L’Iva e i giochi, dunque, fanno ricco l’Erario. Per l’Iva negli oltre 5 miliardi incassati in più rispetto al 2015 pesa il maggior gettito per oltre 3,5 miliardi arrivato dallo split payment (che “porta” 10,7 miliardi), ossia il meccanismo anti evasione introdotto due anni fa come misura di contrasto all'evasione con il versamento diretto all’Erario da parte delle pubbliche amministrazioni dell’Iva dovuta ai fornitori. Il conto finale dello split payment va comunque rivisto al netto degli effetti che il meccanismo produce, non solo sul gettito, ma anche sull’aumento delle compensazioni e sui rimborsi Iva chiesti dai fornitori della Pa. Per i giochi l'aumento del prelievo erariale unico sulle slot e le Vlt ha garantito maggiori entrate per oltre 2,6 miliardi (+22,3% sul 2015). La cedolare secca sugli affitti è l'altra voce positiva del bollettino delle entrate: 2,3 miliardi (+349 milioni di euro).

L’Irap e l’addio alla Tasi trainano, invece, al ribasso le entrate di comuni e regioni. Nel 2016 le entrate degli enti territoriali hanno registrato una contrazione del 15,1% pari a oltre 10 miliardi in meno rispetto a quanto incassato da sindaci e governatori nel 2015. Nel dettaglio l’Irap pagata dai privati è stata di poco superiore ai 13 miliardi di euro, ben 6,5 miliardi di euro in meno (pari a –33,4%). Mentre l’Irap per la Pa resta sostanzialmente stabile con 9,6 miliardi. L’addio alla Tasi sulla prima casa si riduce di ben 75,1% e ai comuni resta circa 1,2 miliardi versati sempre sotto la voce Tasi ma per tutti gli immobili diversi dall'abitazione principale.

Crollano anche le rendite finanziarie alla luce soprattutto «dalle riduzioni generalizzate dei rendimenti degli investimenti finanziari», scrivono le Finanze. In particolare hanno fatto registrare il segno rosso le sostitutive e ritenute sugli interessi ed altri redditi di capitale (–2,1 miliardi, pari -18,9%) e le imposte sostitutive sui redditi da capitale e sulle plusvalenze (–2,9 miliardi, pari a –55,8%).

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