Voluntary e giochi trainano le entrate tributarie 2016
L’operazione rientro dei capitali ha inciso per circa un punto percentuale sull’incremento complessivo delle entrate. Secondo il Dipartimento delle Finanze, al netto dei 4,1 miliardi incassati con la voluntary, le entrate tributarie si attesterebbero a un tasso di crescita del +2,4%, rispetto al 2015.
Prima di evidenziare l’ennesimo boom dell’Iva, trainato dallo split payment, va messa in evidenza l’autoliquidazione Irpef: i versamenti diretti delle persone fisiche crescono rispetto al 2015 di 911 milioni (+4,4%). Primi segnali dell’effetto compliance? Forse è ancora presto per dirlo ma il miliardo in più versato resta. Così come si dimostra una scelta vincente per il Fisco, un po’ meno per i furbetti delle tasse, l’aver introdotto un “sostituto d’imposta” per pagare il canone Tv . Nel 2016 sono arrivati poco più di 2 miliardi di euro ossia 281 milioni in più rispetto al 2015 (+16,3%). Al conto poi mancano una parte della quota di canone 2016 addebitata sulle bollette di fine anno e che sono state pagate a inizio 2017. Va poi ricordato che nel 2015 il canone tv era di 133,5 euro contro i 100 pagati lo scorso anno.
L’Iva e i giochi, dunque, fanno ricco l’Erario. Per l’Iva negli oltre 5 miliardi incassati in più rispetto al 2015 pesa il maggior gettito per oltre 3,5 miliardi arrivato dallo split payment (che “porta” 10,7 miliardi), ossia il meccanismo anti evasione introdotto due anni fa come misura di contrasto all'evasione con il versamento diretto all’Erario da parte delle pubbliche amministrazioni dell’Iva dovuta ai fornitori. Il conto finale dello split payment va comunque rivisto al netto degli effetti che il meccanismo produce, non solo sul gettito, ma anche sull’aumento delle compensazioni e sui rimborsi Iva chiesti dai fornitori della Pa. Per i giochi l'aumento del
L’Irap e l’addio alla Tasi trainano, invece, al ribasso le entrate di comuni e regioni. Nel 2016 le entrate degli enti territoriali hanno registrato una contrazione del 15,1% pari a oltre 10 miliardi in meno rispetto a quanto incassato da sindaci e governatori nel 2015. Nel dettaglio l’Irap pagata dai privati è stata di poco superiore ai 13 miliardi di euro, ben 6,5 miliardi di euro in meno (pari a –33,4%). Mentre l’Irap per la Pa resta sostanzialmente stabile con 9,6 miliardi. L’addio alla Tasi sulla prima casa si riduce di ben 75,1% e ai comuni resta circa 1,2 miliardi versati sempre sotto la voce Tasi ma per tutti gli immobili diversi dall'abitazione principale.
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