Il CommentoContabilità

Gestione trasparente come modello di qualità

di Vanessa Pelucchi

Gli enti del Terzo settore (Ets) puntano alla trasparenza. Si tratta di uno dei temi-chiave dell’intera riforma del Terzo settore che ne ha permesso di definire gli ambiti in cui è possibile favorirla. Si pensi alle forme di sostegno economico, pubblico e privato, alla comunicazione verso l’esterno della situazione economica e dell’assetto sociale, all’utilizzo di bilanci armonizzati e alla loro pubblicazione on line, fino all’affidamento di servizi in convenzione. Tuttavia la trasparenza non è un requisito fine a sé stesso ma strettamente funzionale alla comprensione, da parte di stakeholder o altri soggetti portatori di interesse (istituzioni pubbliche, potenziali utenti, donatori e , i cittadini), di una serie di dati sul perseguimento delle finalità istituzionali degli enti e sullo svolgimento delle loro attività. Una conoscenza, che serve anche a verificare l’esistenza dei presupposti che legittimano l’attribuzione di determinati benefici o l’accesso alle risorse pubbliche.

In qualche misura il principio di trasparenza per gli Ets è connesso con il principio di sussidiarietà, nel senso che ha il fine di favorire il rafforzamento dell’autonoma iniziativa dei cittadini anche attraverso una serie di misure che mettano in evidenza capacità, competenze e conoscenze attraverso alcuni indicatori che devono essere conoscibili ed accessibili.

Il più importante strumento di trasparenza per il Terzo Settore è sicuramente rappresentato dal Runts. Attraverso il registro, infatti, sarà possibile conoscere per ciascun ente tutti i dati essenziali: anagrafica, amministratori, bilanci.

Un altro prezioso strumento di trasparenza è rappresentato dal bilancio di esercizio o rendiconto per cassa (per quelli più piccoli). Un adempimento a cui gli enti erano già tenuti ma con una differenza: oggi il documento dovrà essere reso anche conoscibile attraverso la pubblicazione nel Runts in linea con le modalità previste dalla nota del ministero del Lavoro pubblicata lo scorso 5 aprile. Peraltro, l’aver previsto una modulistica unitaria costituisce un contributo importante all’attuazione del requisito di trasparenza, perché assicura che i diversi enti utilizzino un linguaggio comune, comparabile fra le diverse realtà e con criteri di redazione analoghi.

Quindi, trasparenza e rendicontazione non sono per gli enti del Terzo settore solo degli obblighi formali da assolvere, una ulteriore complicazione burocratico-amministrativa. Si tratta invece di azioni che si inseriscono nel patto sociale che da sempre intercorre tra il Terzo settore e le comunità in cui operano; qualificando la relazione con le persone e le istituzioni pubbliche.

Ed è anche un’opportunità per far conoscere meglio e quindi far apprezzare le buone cose che facciamo: è un’occasione di promozione delle nostre qualità.

Per queste ragioni, i comportamenti “trasparenti” e la capacità di “rendicontare” il proprio operato devono diventare, sempre di più, un elemento peculiare del Terzo settore.