Imposte

La Camera sblocca i crediti 110% precedenti al 1° maggio 2022

Nel decreto semplificazioni fiscali spunta un emendamento appoggiato da governo e da tutte le forze politiche per consentire la cedibilità dei vecchi bonus dalle banche senza limiti in favore delle partite Iva

di Marco Mobili e Giorgio Santilli

Il governo mantiene la promessa fatta da Mario Draghi nel suo ultimo drammatico discorso al Senato e sblocca la cessione dei vecchi crediti fiscali incagliati relativi al Superbonus 110% e agli altri bonus edilizi. C’è infatti il via libera dell’esecutivo a un emendamento al decreto legge sulle semplificazioni fiscali che elimina la data del 1° maggio 2022 come termine dal quale far decorrere le cessioni facilitate dei bonus introdotte nel decreto legge 50/2022.

In sostanza l’emendamento corregge un’incongruenza dello stesso decreto legge 50 che da una parte (articolo 14, comma 1 bis) prevedeva che le nuove condizioni facilitate del credito - è «sempre consentita» alle banche la cessione dei crediti a favore di partite Iva e professionisti propri correntisti («soggetti diversi da consumatori e utenti») - potessero essere applicate «anche alle cessioni e agli sconti in fattura comunicati all’Agenzia delle entrate prima della data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto» (15 luglio 2022). Dall’altra (al comma 3 dell’articolo 57) disponeva che «le disposizioni di cui all’articolo 14, comma 1, lettera b), si applicano alle comunicazioni della prima cessione o dello sconto in fattura inviate all’Agenzia delle entrate a partire dal 1° maggio 2022». Risultato, tutte le cessioni di crediti o sconti in fattura comunicate all’Agenzia delle entrate prima del 1° maggio 2022 sarebbero state escluse, mentre il nuovo emendamento riammette ora al regime facilitato in favore di partite Iva e professionisti i vecchi crediti.

L’emendamento fa parte di un pacchetto di correzioni al decreto semplificazioni spuntato lunedì 25 luglio a sorpresa dopo che la commissione Bilancio della Camera aveva concluso l’esame la settimana prima.

Una sorpresa, in effetti, rispetto alle previsioni di un’approvazione rapida e blindata anche in Aula: sorpresa resa possibile dal divieto per il governo di mettere la fiducia nel nuovo regime di Camere sciolte e soprattutto dal consenso unanime delle forze politiche sulle correzioni che saranno sottoposte all’Assemblea di Montecitorio. Un ultimo aspetto formale da superare è che una parte di queste correzioni era stata dichiarata inammissibile in commissione, ma su questa decisione la palla passa al presidente della Camera, Roberto Fico, che dovrà tener conto anche della convergenza di tutte le forze politiche e del governo sulle correzioni messe a punto.

Tanto più l’esito dovrebbe essere quello di una votazione dell’intero pacchetto in quanto il governo difficilmente approverebbe queste correzioni nel decreto legge Aiuti in arrivo nei prossimi giorni all’esame del Cdm in versione “leggera”, cioè in sostanza con le sole proroghe di norme già varate e prossimamente in scadenza.

La misura che viene proposta al voto punta a sbloccare la cessione dei crediti e gli sconti in fattura per provare a rimettere in moto la macchina del Superbonus a sostegno dell’edilizia. Da molti è considerata non del tutto risolutiva rispetto ai molti problemi che si sono andati stratificando sul Superbonus ma è certamente molto attesa da migliaia di imprese e professionisti che hanno crediti bloccati e che ora sperano di poterli rilanciare sul mercato dei bonus. Con l’emendamento voluto da tutte le forze politiche sostenuto anche dal Governo, si pone dunque rimedio a un errore, forse non del tutto causale, emerso all'indomani dell'approvazione del decreto Aiuti.

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