Finanza

Tasse, la delega ora rilancia fisco semplice e antievasione

Nel testo riscritto dall’intesa di Palazzo Chigi estensione massima degli adempimenti digitali per ridurre gli obblighi e spingere la lotta al sommerso. Versamenti mensili e stop alle richieste duplicate

di Marco Mobili e Gianni Trovati

Su Catasto e soprattutto su sistema duale la faticosa ricerca dell'accordo in maggioranza per far ripartire la delega fiscale ha dovuto cercare un compromesso al ribasso. In cambio però l'ennesima riscrittura dei 10 articoli del disegno di legge, che torneranno al voto in commissione Finanze alla Camera a partire dal 14 giugno, decidono di affondare il colpo su un tema meno divisivo sul piano politico ma parecchio importante per la vita dei contribuenti: si tratta della semplificazione di adempimenti e richieste fiscali, che trova nuovo ossigeno insieme a una decisa accelerazione sulla lotta all'evasione a colpi di incrocio delle banche dati, utilizzo dell'intelligenza artificiale e potenziamento dell'analisi del rischio grazie alla mole di informazioni messe a disposizione dalla tecnologia.

In pratica, la nuova veste assunta dalla riforma dopo l'ultimo mese di trattative nella maggioranza rinfresca le priorità di una fase attuativa che sarà inevitabilmente stretta dal calendario di fine legislatura. E che sembra ora puntare prima di tutto sulla riduzione del peso di obblighi e adempimenti a carico di imprese e cittadini. L’obiettivo dell’accoppiata semplificazione-antievasione, giocata tutta sul rafforzamento del fisco telematico, è di attuare davvero quell’aumento dell’adesione spontanea agli obblighi tributari che il Pnrr fissa come traguardo chiave per la riforma dell’amministrazione finanziaria.

In questo senso rema prima di tutto il nuovo articolo 1 del disegno di legge. Che chiede al governo di razionalizzare sia gli adempimenti dichiarativi sia quelli di versamento «attraverso il rigoroso rispetto, da parte dell’amministrazione finanziaria, del divieto di richiedere al contribuente documenti già in possesso delle amministrazioni pubbliche». Anche il Fisco in sostanza sarebbe chiamato ad adeguarsi al principio dello «once only, che vieta di richiedere dati già trasmessi dai cittadini a soggetti pubblici, che gli ultimi due decreti sul Pnrr stanno provando a espandere a tutta la Pubblica amministrazione.

Una strada per arrivare a questo risultato è individuata nell’estensione massima della «possibilità di ottemperare agli adempimenti tributari in via telematica». Per autonomi e partite Iva, che sono naturalmente i primi interessati alla semplificazione, prova poi a farsi strada anche il superamento degli ingorghi fiscali «modello 30 giugno» attraverso la progressiva mensilizzazione dei versamenti del saldo e degli acconti. In prospettiva questa rateizzazione mensile dei pagamenti sarà opzionale per i contribuenti, che dovranno mantenere però l’attuale meccanismo previsionale con una decorrenza che andrà costruita in modo da evitare rischi di buchi di cassa. In sostanza, quindi, l’avvio dovrebbe scattare l’anno d’imposta successivo a quello di entrata in vigore della riforma.

Nell’ultimo testo, che come anticipato dal Sole 24 Ore di sabato scorso abbandona il progetto di introduzione progressiva del sistema duale, trova conferma il mantenimento della attuale Flat Tax per gli autonomi con ricavi e compensi fino a 65mila euro, che sarà però rafforzata da uno scivolo biennale per evitare un atterraggio brusco sull’Irpef progressiva a chi supera quella soglia. La riforma prospetta per questa ragione un trattamento agevolato, che si collocherà a metà fra il 15% ultraleggero e l’Irpef ordinaria e accompagnerà per due anni le partite Iva in crescita. Il paracadute serve ad ammorbidire il disincentivo alla crescita dimensionale, implicito nell’attuale Flat Tax così come l’incentivo alla mancata dichiarazione dei redditi che fanno superare la soglia.

Gli articoli che fra due settimane torneranno sui tavoli della commissione Finanze raccolgono poi gli altri correttivi concordati prima dell’intesa finale a Palazzo Chigi. Fra questi merita una segnalazione la clausola anti-tasse, che vieta all’attuazione della delega di aumentare la pressione fiscale rispetto a quella prodotta dalla legislazione vigente, e l’attenzione maggiore dedicata al fisco locale, piuttosto trascurato nel testo iniziale. Gli enti territoriali potranno muovere le future sovraimposte entro i limiti massimi garantiti oggi dalle addizionali, e riceveranno anche una quota della Flat Tax di cui oggi non vedono un euro.

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