Professione

Nasce a Roma il supersindacato dei commercialisti

di Federica Micardi

I sindacati dei commercialisti Adc e Anc hanno firmato ieri a Roma il «Patto confederativo». Una «condivisione d’intenti», che rappresenta oltre 15mila commercialisti, diventando la rappresentanza sindacale più significativa per la categoria. Lo scopo: collaborare su obiettivi e azioni di interesse comune.

«È un punto di arrivo ma anche di partenza», commenta il presidente di Anc, Marco Cuchel, che aggiunge «sono già undici anni che è operativo l’Albo unico ma la categoria ancora non è unita; questa firma vuole dare un segnale di unità della categoria perché separati siamo deboli. Non abbiamo esclusive - prosegue Cuchel - e le nostre prerogative ci vengono scippate», l’ultimo clamoroso caso riguarda l’apertura ai consulenti del lavoro fatta dalla riforma fallimentare, (si veda il pezzo in basso). Per Cuchel è arrivato il momento di alzare la voce, «cosa che non facciamo anche quando dovremmo», di riappropriarsi del ruolo e la sfida è «creare una categoria unita in tutte le sue componenti».

Vincenzo De Maggio, presidente Adc, parla di un progetto intellettuale che nasce in un momento in cui la categoria «va incontro a grandi problematiche», si pensi a come internet e le nuove tecnologie stanno modificando l’attività, e a come le innovazioni come la fattura elettronica stanno pesando sulla categoria. «Speriamo che grazie al detto l’unione fa la forza - prosegue De Maggio - riusciremo a portare a casa dei risultati. Io mi auguro - conclude - che questo sia il primo passo per un patto federativo tra tutte le associazioni».

Nel patto si legge che le due associazioni fondatrici condividono l’intento di aprire le porte della confederazione alle altre associazioni che ne vorranno condividere spirito e scopi. Il patto sancisce i principi ispiratori della confederazione: il nucleo dell’accordo prevede un confronto costante sulle questioni nevralgiche per la professione, che sono la tutela, la difesa, il riconoscimento della professione e del professionista. Si prevede di promuovere interventi - anche correttivi - sulle norme che la regolano e la condizionano, di organizzare e coordinamento manifestazioni e scioperi. Resta espressamente fuori dal patto tutto ciò che riguarda le due Casse di previdenza (Cndcec e Cnpr).

Le due associazioni più longeve del panorama associativo (Adc compie 90 anni il 5 maggio e Anc ne ha già 65) non sono nuove ad iniziative fuori dagli schemi.

Nel lontano 2004, al teatro Capranica queste due stesse sigle, che allora rappresentavano due albi diversi, già avevano collaborato per perorare l’unificazione dei due albi di commercialisti e ragionieri che però, commenta Ezio Maria Reggiani (Anc), braccio operativo insieme a Vilma Iaria (Adc) per il patto siglato ieri, «non ha portato i risultati che ci aspettavamo», anche se proprio allora vennero fatti i primi passi che hanno portato alla creazione della Confederazione.

In un recente passato le sette sigle sindacali più rappresentative della categoria avevano iniziato a pubblicare comunicati congiunti, un’iniziativa che però a un certo punto si è arenata. Questa volta però la collaborazione tra le due associazioni parte su un accordo condiviso e firmato.

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