Agenzie fiscali ancora in attesa della nomina dei vertici
Il Consiglio dei ministri non ha provveduto, contrariamente alle previsioni, a sciogliere, entro il 9 dicembre scorso, i nodi riguardanti le nomine nelle Agenzie fiscali. Sono trascorsi, infatti, i 90 giorni dall’insediamento del Governo per procedere alla sostituzione ovvero alla conferma delle posizioni apicali. Ma sono trascorsi, si può dire, inutilmente.
È chiaro che le Agenzie continueranno a funzionare (nei momenti di passaggio e critici le organizzazioni hanno “retto” bene, soprattutto grazie all’impegno e all’abnegazione di funzionari e dirigenti), ma è altrettanto chiaro che progetti ambiziosi, quali quelli che si stanno mettendo in campo, devono essere supportati da scelte strategiche e lungimiranti. Si pensi alla legge di bilancio 2020 e al cosiddetto decreto-fiscale collegato, che sarà presto legge, e che offre alla Amministrazione finanziaria strumenti nuovi ma anche compiti ancora più gravosi.
Nominare il dirigente apicale di una organizzazione, meglio ancora se quello giusto, è un passaggio sempre essenziale. Per le Agenzie fiscali, però, se possibile, è ancora più importante, visti i rilevanti compiti di contrasto all’evasione cui sono deputate. Ecco, è proprio questo il punto. Si parla spesso, e forse non sempre in modo appropriato, di lotta all’evasione. Si discute di come attuarla con più efficacia, ma quasi sempre si tralascia di considerare un aspetto importante. La lotta all’evasione si fa anche con un tessuto normativo “adeguato”, ma si fa soprattutto con Agenzie fiscali che funzionino bene e che assicurino una azione costante, efficace ed efficiente. Non è facile, altrimenti, trovare il giusto equilibrio tra ciò che è possibile fare e ciò che non lo è, tra mezzi a disposizione e obiettivi raggiungibili.
A ciò si aggiunga che, ormai dalla scorsa primavera, non sono più operativi i cosiddetti comitati di gestione, una sorta di consiglio di amministrazione delle Agenzie. Si è mai vista una società in cui non viene rinnovato un consiglio di amministrazione per molti mesi, pur avendo decisioni importanti da prendere? Si pensi che ogni giorno nelle Agenzie occorre adottare misure su nomine, supportare l’operatività quotidiana e chi più ne ha più ne metta.
Insomma, allo stato, le Agenzie fiscali sono una organizzazione “acefala” che, come tale, non può dare il meglio di sé. Volendo fare un paragone è come un cantiere ricco di attrezzature e di operai iperqualificati, nel quale manca, però, il capo-cantiere. Insomma, manca il soggetto che è deputato a dettare i tempi del lavoro e che si deve porre come giusto tramite tra il committente e gli operai stessi. In queste situazioni non conta quanto moderne ed efficienti siano le attrezzature né quanto bravi e preparati siano gli operai perché il cantiere andrà a rilento o comunque non andrà veloce come potrebbe andare.
D’altronde è evidente la necessità di una guida stabile. In effetti, più in generale, le Agenzie, oggi ancor più che in passato, hanno bisogno di continuità ma anche di prospettiva. D’altra parte, il momento è particolarmente complesso, considerato che ancora non si è completato l’iter di formazione del corpo dirigenziale non apicale, tra difficoltà giurisdizionali e conseguenti ricadute amministrative e operative.
Bisogna quindi fare presto, anche in considerazione dei tempi lunghi necessari a completare l’iter di formazione delle nomine di vertice. Il decisore politico dovrebbe ricordarsi dell’apologo di Menenio Agrippa, che spiegava come, per una buona salute, tutte le parti del corpo devono considerarsi strettamente collegate e interdipendenti. Ecco se le Agenzie fiscali non vengono messe in condizioni di funzionare bene a soffrirne sarà l’intero sistema Paese, che non potrà contare su una efficace azione di contrasto all’evasione e, quindi, di maggiori risorse da impiegare per il bene della collettività.