Airbnb in campo per riscuotere l’imposta di soggiorno in tutti i Comuni
Protocollo con Anci: le amministrazioni potranno registrarsi su un portale ad hoc da marzo 2022
Un sito riservato ai Comuni che vorranno appoggiarsi per l’imposta di soggiorno ad Airbnb, il portale di gestione degli affitti brevi. Debutterà dal 1° marzo 2022 e consentirà agli amministratori locali di affidare la riscossione al portale, che si occuperà anche del riversamento delle somme nelle casse dell’ente locale.
L’iniziativa è stata presentata mercoledì 10 novembre all’assemblea nazionale dell’Anci (Associazione nazionale dei Comuni), che ha siglato una collaborazione con Airbnb per raggiungere e informare gli oltre 1.100 Comuni, Unioni di comuni e Province autonome che hanno finora istituito l’imposta di soggiorno.
Per far scattare la riscossione e il riversamento del tributo, i Comuni dovranno registrarsi sul portale che sarà messo online da Airbnb. L’idea, insomma, è quella di standardizzare il processo che ha condotto - negli anni scorsi - alla firma di 24 protocolli d’intesa con altrettante città italiane, tra cui Roma, Firenze, Milano, Torino, Napoli e Palermo.
I margini di crescita sono notevoli, poiché gli enti che hanno istituito l’imposta di soggiorno sono circa 1.100.
Tra i vantaggi per gli enti locali, oltre alla semplificazione, c’è una riduzione del rischio di evasione fiscale, perché l’applicazione del tributo avverrà contestualmente alla prenotazione. Andrà valutata caso per caso, invece, la compatibilità delle delibere che regolano il tributo, che in passato hanno richiesto qualche adattamento per rientrare nei parametri tecnici fissati dal portale.
Nel 2019 le cifre in gioco con l’imposta di soggiorno hanno raggiunto i 604 milioni di euro, di cui 298 nelle prime 10 destinazioni turistiche e 117 nella sola Roma (elaborazione Fondazione Ifel Anci per la Finanza Locale su dati Siope e Bdap).







