Imposte

Al tavolo tecnico soluzione ponte per gli esodati del Superbonus

Ipotesi autocertificazione per evitare la tagliola nell’edilizia libera

di Marco Mobili e Gianni Trovati

Nella prima riunione del tavolo tecnico al Mef sul Superbonus prende piede il tentativo di costruire anche una soluzione ponte per risolvere il problema di almeno una parte degli esodati dell’incentivo. Il focus, in questo caso, è soprattutto sull’edilizia libera, cioè sugli interventi che non richiedono Cila, Cilas o altre autorizzazioni. Per loro l’elemento cruciale per evitare lo stop a sconto in fattura e cessione dei crediti decretato a partire dal 17 febbraio è l’avvio effettivo dei lavori. In molti casi, però, i lavori partono solo dopo molte settimane dalla sottoscrizione dei contratti e dal pagamento, con la conseguenza di mettere in fuorigioco i diretti interessati. L’ipotesi, che però deve ora trovare una definizione tecnica puntuale, è quella di aprire a forme di autocertificazione, come già avviene oggi per le detrazioni, che permettano di superare il problema.

Ma il tavolo coordinato dal viceministro all’Economia Maurizio Leo è tornato anche sui temi sollevati ai vertici di Palazzo Chigi. In cima all’agenda resta la questione dei crediti incagliati, e anche ieri si è ribadito che la strada per sbloccarli passa dalle compensazioni tramite gli F24 delle banche: continua, ma per ora senza risultati, il pressing del governo sugli istituti di credito per far utilizzare il loro spazio fiscale che per il Mef è ampio mentre per i vertici dell’Abi è già esaurito.

Trova conferme poi l’obiettivo di ridurre in prospettiva la platea degli incapienti moltiplicata dal blocco di sconto in fattura e mercato dei crediti. Da questo punto di vista la soluzione è quella di un allungamento dei tempi di utilizzo del Superbonus, che potrebbe essere spalmato su 10 anni come già accade per gli altri incentivi all’edilizia abbassando così la “rata” annuale dello sconto e quindi l’esigenza di reddito imponibile indispensabile per sfruttarlo.

Questa ipotesi, del resto, è già a portata di mano. Nel decreto Aiuti-quater il calendario decennale è stato prospettato per i crediti ceduti entro il 31 ottobre 2022, ma manca il provvedimento attuativo. Per tornare ad allargare la platea del bonus senza schiacciare troppo i conti pubblici, però, occorre un intervento anche sulle persone fisiche che direttamente puntano a utilizzare l’agevolazione.

Nel menu delle integrazioni al decreto entra poi l’ipotesi di riaprire cessioni e sconti in fattura per le aree terremotate (Sole 24 Ore di ieri), dove il Superbonus interviene per gestire gli accolli non coperti dal Sismabonus, oltre che per Iacp e Onlus.

Tutti i correttivi che saranno costruiti nelle prossime riunioni hanno però come destinazione la legge di conversione del decreto, da portare in Gazzetta Ufficiale entro metà aprile. Ma «per noi è fondamentale trovare rapidamente una soluzione», avverte la presidente dell’Ance Federica Brancaccio.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©