Imposte

Asd, i compensi ai giardinieri fuori dai redditi diversi

Secondo la risposta a interpello 189 delle Entrate non si tratta di prestazioni direttamente connesse all'attività svolta

di Andrea Mancino e Gabriele Sepio

Non costituiscono redditi diversi i compensi corrisposti da un’associazione sportiva dilettantistica (Asd) agli addetti alla custodia e alla pulizia delle strutture da questa gestite. È il chiarimento reso dall’agenzia delle Entrate con la risposta 189/2022 a fronte di un quesito avanzato da parte di una Asd in ordine al corretto inquadramento di tali compensi e che sembra porsi in linea con i recenti orientamenti della Cassazione (41467/2021).

A tal proposito, l’Amministrazione finanziaria ripercorrendo l’evoluzione normativa che ha avuto l’articolo 67 del Tuir, lettera m), fornisce una ricostruzione sistematica di quali siano gli aspetti da tenere a mente affinché un compenso corrisposto da una Asd possa rientrare nell’alveo dei redditi diversi beneficando del regime di favore previsto dall’articolo 69 del Tuir.

Come rilevato nella risposta a interpello, ai fini dell’applicabilità dell’articolo 67 lettera m) occorrerà anzitutto che si tratti di compensi erogati nell’esercizio diretto dell’attività sportiva dilettantistica. Un requisito questo che, in linea con quanto precisato nei precedenti orientamenti di prassi (risoluzione 38/E del 2010), risulterà soddisfatto non solo se le prestazioni siano rese in occasione dello svolgimento di una manifestazione sportiva, ma anche nel caso si tratti di formazione, didattica, preparazione e assistenza, propedeutiche all’attività sportiva dilettantistica a prescindere dallo svolgimento della manifestazione stessa.

Accanto a ciò, sarà necessario verificare la sussistenza delle condizioni richieste nella circolare 1/2016 dell’Inl ovvero che:

1. l’associazione/società sportiva dilettantistica sia riconosciuta dal Coni;

2. il percettore dei compensi svolga mansioni rientranti, sulla base dei regolamenti e delle indicazioni fornite dalle singole federazioni, tra quelle necessarie per lo svolgimento delle attività sportivo-dilettantistiche, così come regolamentate dalle singole federazioni.

Si tratta di un aspetto che, sicuramente assume fondamentale importanza non solo per inquadrare l’attuale regime, ma anche per delimitare i contorni di quello che si andrà a definire con la riforma dello sport. Occorrerà, infatti, definire le mansioni che necessariamente dovranno essere declinate con il contributo di ciascuna federazione, del Coni e del Cip, per evitare esclusioni di figure fondamentali per lo svolgimento delle attività sportive.

Accanto ad atleti, direttori di gara, tecnici, dirigenti, vi sono, infatti, tante figure necessarie per il corretto svolgimento delle attività e l’identificazione delle stesse che necessitano di essere correttamente inquadrate.

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