Adempimenti

Assegno unico, prosegue l’esame delle istanze: scoperte le prime truffe

Su tre milioni di domande, 200mila in fase di verifica e 18mila segnalate al nucleo antifrode del’Inps. Emergono alcune criticità sugli importi erogati

di Michela Finizio

Primi accrediti, dubbi operativi e qualche sospetto di truffa. Si è conclusa così la prima settimana di pagamenti dell’assegno unico universale, la nuova misura di sostegno per le famiglie con figli a carico. Da un lato c’è chi riceve gli importi senza disguidi, dall’altro emergono le prime anomalie e criticità sulle istruttorie. Circa 18mila istanze, in particolare, sono state segnalate al centro di controllo antifrode dell’Inps per verifiche.

Le erogazioni in corso riguardano gli oltre 3 milioni di domande inviate entro il 4 marzo scorso per un totale di circa 5 milioni di figli dichiarati: l’Inps fa sapere che la quasi totalità (circa il 98%) sono state accolte e gli importi spettanti verranno versati entro la fine del mese. Solo per 200mila è stata richiesta un’istruttoria aggiuntiva, che l’Inps si propone di concludere presto. I controlli sono sempre centralizzati in base all’incrocio di 12 banche dati, ma potrebbe essere chiesto al cittadino qualche documento in più, ad esempio per accertare i requisiti dei figli maggiorenni.

I sospetti di frode

«Stiamo adottando la massima prudenza nei controlli - afferma Maria Sciarrino, direttore centrale Inclusione e Invalidità civile dell’Inps - in particolare laddove emergono anomalie dall’incrocio dei dati». Questa settimana sarà attivato il nucleo antifrode per controllare le 18mila istanze che presentano incongruenze: un centinaio di famiglie tutte residenti allo stesso indirizzo, richieste per 17 figli, ma senza Isee, nuclei composti da 10 figli con codici fiscali che hanno un residenza anagrafica diversa.

Su casi di questo tipo dovranno concentrarsi i controlli, ma è anche su segnalazioni minori che l’istituto sta alzando l’attenzione.

Somme minime anche con Isee

Non manca chi in queste ore si è visto accreditare un importo inferiore alle aspettative. Alcuni hanno ricevuto solo il minimo di 50 euro per figlio nonostante un Isee inferiore a 40mila euro: molti, infatti, hanno presentato istanza per l’assegno senza avere ancora calcolato l’indicatore, ottenuto solo in un secondo momento. E il risultato della Dsu presentata nei termini (cioè entro il 28 febbraio) non è stato “agganciato”, anche se il controllo sulla fascia Isee è stato uno degli ultimi effettuati dall’istituto per calcolare gli importi. Per questo motivo Inps ricorda che «la presenza dell’indicatore sarà verificata ogni mese» e che «gli arretrati saranno erogati a conguaglio con gli assegni successivi a marzo. In seguito si definirà se erogarli ogni mese, oppure alle scadenze di giugno, settembre e dicembre».

I coniugi in lite

Un’altra criticità è stata segnalata dagli avvocati. La procedura consente sempre l’opzione “ripartita” al 50% tra i genitori. Ma l’Inps non può sapere se il giudice ha disposto l’attribuzione degli aiuti al 100% ad uno dei due genitori. E in caso di conflittualità tra i due, sarà necessario far valere la decisione presso gli uffici, consegnando l’eventuale sentenza per poter chiedere di revocare la richiesta dell’altro genitore e vedersi riconosciuta l’intera somma.

Il calendario degli arretrati

Spetterà sempre alle sedi territoriali e ai patronati, infatti, raccogliere le eventuali richieste dei cittadini: nelle prossime settimane verrà rilasciata agli uffici l’implementazione della piattaforma per modificare o correggere le domande, insieme al gestionale per consultare l’elenco dei beneficiari con le relative definizioni degli importi. Verrà presto attivata anche la procedura per recuperare gli importi indebiti o per presentare eventuali ricorsi o istanze di riesame in caso di domande respinte.

Le domande pervenute dal 5 al 31 marzo in poi, invece, verranno messe in pagamento entro il mese successivo, tra il 15 e il 21 aprile.

Sempre ad aprile riceveranno per la prima volta l’assegno unico (riferito alla mensilità di marzo) i beneficiari del reddito di cittadinanza con figli raggiunti dalla nuova misura: per loro è prevista l’integrazione “automatica” degli importi erogati tramite Rdc, ma si attende ancora la circolare Inps con i dettagli. «È possibile ad esempio - conclude Sciarrino - che in alcuni casi venga chiesto anche ai percettori di Rdc di fornire dei riscontri».

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