Imposte

Assegno unico, tagli a contributi e Irpef aggiornano gli stipendi

Da questo mese gli effetti della riforma Irpef e dell’addio alle detrazioni. Conseguenze positive dall’incrocio delle novità per chi ha redditi non elevati

di Enzo De Fusco

Una lavoratrice impiegata in uno studio professionale con meno di 15 dipendenti, separata e con un figlio a carico, e uno stipendio lordo 2.107 euro mensili, dopo le riforme Irpef e assegno universale, a marzo 2022 riceverà in busta paga di 59 euro in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, a cui si deve aggiungere l’assegno universale mensile di 150 euro e quindi con un vantaggio complessivo di 209 euro al mese.

Il lavoratore impiegato in un’associazione del terzo settore, coniugato con due figli minori con più di tre anni e uno stipendio mensile di 2.154 euro, avrà la busta paga di marzo 2022 più bassa di 103 euro rispetto a quella di dodici mesi prima. Però riceverà un assegno unico per i figli pari a 238 euro, con un vantaggio complessivo ogni mese di 135 euro.

Queste sono due esempi che si possono verificare nel primo mese in cui la riforma dell’Irpef e quella dell’assegno unico e universale si intersecano creando non pochi dubbi e preoccupazioni tra i lavoratori. Ma stando ai due casi rappresentati, nessuno dei due esce danneggiato dalle due complesse riforme.

Il primo caso riguarda una lavoratrice impiegata in uno studio di professionisti con un figlio minore a carico. Complessivamente a marzo 2021 ha percepito un assegno del nucleo familiare pari a 60 euro al mese (tabella Anf 12) a fronte di un reddito Irpef di 25.595 euro. La lavoratrice, però, aveva diritto anche alle detrazioni per figlio a carico maggiore di 3 anni nella misura del 100%. In questo caso, il datore di lavoro applica il Ccnl degli studi professionali e, a seguito della circolare Inps 43/2022, ha riconosciuto anche lo sconto contributivo dello 0,8 per cento.

Confrontando lo stipendio di marzo 2022 con quello di marzo 2021 le novità sono diverse. In primo luogo scompare l’assegno del nucleo familiare. Un’altra novità è rappresentata dalla trattenuta previdenziale che passa da 193,73 euro a 176,86 euro, grazie allo sconto dello 0,8 per cento. Anche la riforma Irpef incide molto. L’Irpef lorda a marzo 2022 è più bassa (456,06 euro) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (468,28 euro). E anche la trattenuta Irpef netta si riduce di 103, 42 euro (ossia, passa da 321,24 euro a 217,82 euro). Complessivamente, dunque, osservando solo la busta paga di marzo 2022, la lavoratrice ottiene un vantaggio netto mensile di 59 euro cui deve aggiungersi il bonifico da parte dell’Inps dell'assegno unico e universale di 150,81 euro. Il secondo caso esaminato riguarda un lavoratore del terzo settore cui si applica il contratto collettivo nazionale del commercio. Questa persona è sposata, con due figli maggiori di tre anni.

A marzo 2021, accedendo alla tabella 11 dell’assegno del nucleo familiare, ha avuto un assegno mensile pari a 59,19 euro, cui si aggiungevano le detrazioni per i due figli a carico.

Il lavoratore, ricevendo la prossima busta paga, avrà una brutta sorpresa poiché il netto del mese di marzo 2022 è pari a 1.649 euro, inferiore di 103 euro rispetto a marzo 2021 (pari a 1.752 euro). Il risultato negativo è stato registrato nonostante la rimodulazione delle aliquote Irpef e lo sconto contributivo dello 0,8%, che hanno ridotto complessivamente le trattenute di 58 euro al mese.

Indagando più a fondo, però, l’effetto negativo della busta paga deriva dalla perdita dell’assegno del nucleo familiare e del trattamento integrativo previsto dal decreto legge 3/2020 (complessivamente pari a 161 euro) compensato dal parziale recupero dovuto alle minori trattenute Irpef e Inps che come detto ammontano a 58 euro. A fronte di una busta paga negativa rispetto a marzo 2021, però, il lavoratore complessivamente non perderà nulla, perché riceverà dall’Inps un assegno mensile per i figli pari a 238 euro.

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