Il CommentoControlli e liti

Atti e processi: si utilizzi il modello della pausa estiva

Nel dubbio, i professionisti interessati devono prudenzialmente procedere agli adempimenti

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di Antonio Iorio

La direttiva urgente del direttore dell’Agenzia sull’emergenza epidemiologica conferma, ovviamente dal versante dell’amministrazione, che ad oggi non c’è alcuna sospensione della scadenza degli atti tributari impugnabili quali avvisi di accertamento, irrogazione sanzioni, avvisi di liquidazione, cartelle. Ne consegue che se in questi giorni dovessero spirare i fatidici sessanta giorni ovvero centocinquanta (in ipotesi di adesione già avviata) il contribuente è obbligato a presentare ricorso onde scongiurare la definitività dell’atto.

Per dirla tutta, anche per le adesioni in corso, in molti casi, gli uffici stanno individuando una generalizzata e singolare assenza di motivi per addivenire ad un accordo e quindi occorre notificare i ricorsi.

Oltre ai ricorsi avverso questi atti in scadenza, vi sono poi appelli e ricorsi per cassazione avverso sentenze che - sempre in questi giorni - potrebbero diventare definitive per avvenuto decorso del termine di impugnazione. Anche per questi atti, poiché non vi è alcun procedimento pendente, non esiste allo stato alcuna proroga.

Qualche dubbio, giusto per complicare una vicenda che in condizioni normali sarebbe degna del miglior film comico, sussiste anche per i termini delle costituzioni in giudizio di ricorsi e appelli (ove non si ritenga “pendente”, e quindi con termine prorogato, il procedimento con la sola notifica alla controparte dell’atto introduttivo).

Nel dubbio, i professionisti interessati devono prudenzialmente procedere agli adempimenti onde evitare conseguenze gravissime, allorchè, si spera presto, l'emergenza terminerà ed il burocrate di turno spiegherà che la norma in discussione non consentiva alcuna proroga.

Eppure basterebbe una disposizione di poche righe che applicherebbe, dai primi giorni di marzo, la sospensione estiva dei termini processuali (che include anche gli atti tributari). Resta solo il dubbio che forse si tratti di un modo per tenere impegnati i professionisti in isolamento