Imposte

Autodichiarazione aiuti Covid, nuovo no del Mef alla proroga

La risposta al question time: non c’è spazio per rinviare la scadenza del 30 giugno

di Marco Mobili

A distanza di una sola settimana il ministero dell’Economia conferma che non c’è spazio per una proroga del termine del 30 giugno entro cui le imprese dovranno dichiarare gli aiuti Covid di cui hanno beneficiato in piena pandemia nel rispetto dei tetti del Temporary framework.

Il sottosegretario al Mef, Federico Freni (Lega), nel leggere la risposta a un question time di Angiola (Misto) in commissione Finanze alla Camera, ha ribadito che nella dichiarazione sono contenute quelle informazioni necessarie all’agenzia delle Entrate per effettuare entro la fine del 2022 la registrazione degli aiuti individuali, fruiti nel 2020, nel Registro nazionale degli aiuti di Stato (Rna).

Si tratta di una mole di dati e informazioni elevatissima da registrare e un eventuale differimento del termine del 30 giugno, ribadisce ancora il sottosegretario Freni, «pregiudicherebbe il rispetto della scadenza del 31 dicembre 2022» per realizzare correttamente la registrazione degli aiuti. La sola possibilità di un differimento, magari al 30 settembre come chiedono professionisti e imprese, è quella di accompagnare la proroga del 30 giugno a uno slittamento in avanti, con un «pari differimento», del termine finale per la registrazione degli aiuti sul registro nazionale.

Con la risposta al question time il ministero dell’Economia coglie l’occasione per ricordare che nell’autodichiarazione da inviare a fine giugno sono contenute informazioni che non sono in possesso dell’agenzia delle Entrate. In particolare le Entrate chiedono ai contribuenti anche i dati sulle imprese con cui il beneficiario si trova in una poisizione di controllo, rilevante ai fini della definizione di impresa unica secondo la nozione europea di impresa utilizzata ai fini degli aiuti di Stato. Una definizione che diventa dirimente soprattutto nei tetti di aiuti indicati dal piano temporaneo.

Il Fisco chiede di conoscere anche il dettaglio delle allocazioni degli aiuti ricevuti nella sezione 3.1 o nella sezione 3.12 del Temporary framework e il peso dei requisiti relativi alle rispettive sezioni. Come spiega la risposta del ministero, è il beneficiario che può scegliere nell’autodichiarazione se allocare l’aiuto, se ne esistono i requisiti, in tutto o in parte nella Sezione 3.12. Infine, altro dato richiesto dal Fisco riguarda il superamento dei massimali previsti dalle rispettive sezioni 3.1 e 3.12: 2, 3 milioni a impresa (fino al 31 dicembre scorso era 1,8 milioni) e 12 milioni per gli aiuti dal 1° marzo 2020 al 31 dicembre 2022 (prima era 10 milioni). Le Entrate in questo caso vogliono conoscere come il contribuente sanerà l’irregolarità, con utilizzo dei massimali più elevati introdotti nel tempo, riversamento con modello F24, oppure scomputo da aiuti successivi.

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