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Autoimprenditorialità in agricoltura con doppio incentivo

Mutui agevolati a tasso zero della durata massima di dieci anni e un contributo a fondo perduto fino al 35% della spesa ammissibile

Il Dm Politiche agricole del 20 aprile pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» dell’8 giugno introduce misure in favore dell’autoimprenditorialità in agricoltura. Le misure sono rivolte per lo più ai giovani e prevedono finanziamenti fino a 1,5 milioni di euro.

L’ambito soggettivo

Le misure sono rivolte principalmente alle microimprese e piccole e medie imprese in qualsiasi forma, con sede nel territorio dello Stato, costituite da non più di sei mesi dalla data di presentazione della domanda di ammissione alle agevolazioni, che esercitino esclusivamente l’attività agricola ai sensi dell’articolo 2135 del Codice civile e che siano amministrate da un giovane di età compresa tra i 18 ed i 41 anni non compiuti alla data di presentazione della domanda, in possesso della qualifica di imprenditore agricolo professionale o di coltivatore diretto. Se il soggetto che chiede il beneficio è una società i requisiti di età/possesso di qualifica agricola devono essere posseduti almeno dalla metà dei soci.

Per poter beneficiare della misura è necessario che i soggetti siano già subentrati, anche a titolo successorio, da non più di sei mesi alla data di presentazione della domanda, nella conduzione dell’intera azienda agricola, ovvero subentrare entro tre mesi dalla data della delibera di ammissione alle agevolazioni mediante un atto di cessione d’azienda.

Le misure agevolative

Il beneficio previsto dal decreto e duplice e consiste: nella concessione di mutui agevolati, a un tasso pari a zero, della durata massima di dieci anni (aumentato a 15 per le iniziative nel settore della produzione agricola) comprensiva del periodo di preammortamento e di importo non superiore al 60% della spesa ammissibile nonché nella concessione di un contributo a fondo perduto, fino al 35% della spesa ammissibile.

Il limite massimo dei progetti finanziabili non può essere superiore a 1,5 milioni di euro (Iva esclusa) e devono perseguire almeno uno dei seguenti obiettivi:

• miglioramento del rendimento e della sostenibilità globale dell’azienda agricola, in particolare mediante una riduzione dei costi di produzione o miglioramento e riconversione della produzione;

• miglioramento dell’ambiente naturale, delle condizioni di igiene o del benessere degli animali, purchè non si tratti di investimento realizzato per conformarsi alle norme dell’Unione europea;

• realizzazione e miglioramento delle infrastrutture connesse allo sviluppo, all’adeguamento ed alla modernizzazione dell’agricoltura.

Le spese che possono essere incluse nel progetto e che possono beneficiare dell’agevolazione sono molteplici e comprendono: lo studio di fattibilità e l’analisi di mercato; le opere agronomiche e di miglioramento fondiario; le opere edilizie per la costruzione o il miglioramento di beni immobili; gli oneri per il rilascio della concessione edilizia; gli allacciamenti, impianti, macchinari e attrezzature; i servizi di progettazione; i beni pluriennali.

Le modalità applicative

Gli articoli 6 e 14 del decreto precisano che le domande per accedere al beneficio dovranno essere presentate ad Ismea la quale accerta la sussistenza dei requisiti oggettivi e soggettivi previsti dal decreto e la sostenibilità finanziaria ed economica dell’iniziativa e delibera, nei limiti delle risorse disponibili, l’ammissione alle agevolazioni o il rigetto dell’istanza, dandone comunicazione agli interessati.