Diritto

Beni sequestrati nel fallimento, la palla passa alle Sezioni unite

Il collegio dovrà stabilire se prevale la misura ablativa o il diritto dei creditori

di Sandro Guerra

Saranno le Sezioni unite penali a stabilire se, in caso di fallimento dichiarato prima dell’adozione del provvedimento cautelare di sequestro preventivo nel procedimento penale per reati tributari, l’avvenuto spossessamento del debitore erariale (indagato o comunque inciso dal provvedimento) per effetto dell’apertura della procedura concorsuale operi o meno come causa ostativa al sequestro. Lo ha deciso la Terza Sezione Penale della Cassazione con l’ordinanza 7633 depositata il 22 febbraio 2023, sollecitando l’intervento chiarificatore delle Sezioni unite sulla portata dell’articolo 12-bis, comma 1, del Dlgs 74/2000, secondo cui nel caso di condanna e di applicazione della pena su richiesta per uno dei reati tributari ivi disciplinati «è sempre ordinata la confisca» – e, quindi, anteriormente, l’ablazione attraverso il sequestro preventivo diretto o per equivalente «dei beni che ne costituiscono il profitto o il prezzo, salvo che appartengano a persona estranea al reato».

Il rapporto tra misure penali ablatorie e sottoposizione a procedura fallimentare del soggetto destinatario del sequestro è oggetto di un vivace dibattito giurisprudenziale, alimentato soprattutto una volta affermata la legittimazione del curatore fallimentare ad impugnare i provvedimenti cautelari reali, in quanto titolare di una «detenzione qualificata» dei beni del fallimento «per il carattere pubblicistico della funzione per la quale la stessa è attribuita» (Cassazione, Sezioni unite penali, sentenza 45936/2019 ).

Secondo un primo orientamento il sequestro preventivo funzionale alla confisca prevarrebbe sui diritti di credito vantati sui beni per effetto della dichiarazione di fallimento, in ragione dell’obbligatorietà della confisca e della sua natura sanzionatoria (Cassazione, 23907/2016), tanto più che i beni attratti alla massa fallimentare non potrebbero essere considerati «appartenenti a persona estranea al reato» (Cassazione, 864/2022,): la deprivazione dell’amministrazione e della disponibilità dei beni, che il fallito subisce, non esclude che egli ne conservi, fino al momento della vendita fallimentare, la relativa titolarità (Cassazione, sentenza 7 febbraio 2023, n. 5255).

Diametralmente opposta è la seconda tesi, che esclude tout court la praticabilità di sequestri sui beni già assoggettati alla procedura fallimentare (Cassazione, 19682/2022), sul presupposto che alla dichiarazione di fallimento consegue il venir meno, in capo al fallito, del potere di disporre del proprio patrimonio grazie allo spossessamento previsto dall’articolo 42, comma 1, della legge fallimentare (Cassazione, 47299/2021) e all’attribuzione al curatore, terzo estraneo al reato, del compito di gestirlo onde evitarne il depauperamento (Cassazione, 14766/2020).

Una voce intermedia, sembra rinvenirsi nella sentenza n. 37716 del 5 ottobre 2022, secondo cui il fallimento della società non precluderebbe il mantenimento del vincolo, né la successiva confisca dei beni sequestrati, a condizione però che il giudice accerti l’eventuale sussistenza di diritti di terzi di buona fede e renda conto della prevalenza delle ragioni sottese alla confisca rispetto a quelle attinenti alla tutela dei legittimi interessi dei creditori della procedura concorsuale.

La parola passa così alle Sezioni unite, che potranno dirimere la questione avvalendosi anche dei principi sanciti dagli articoli 317 e seguenti del Dlgs 14/2019 (Codice della crisi d’impresa), in vigore dal 15 luglio 2022, secondo cui il sequestro finalizzato alla confisca, diretta o per equivalente, del profitto dei reati tributari prevale sui diritti di credito vantati sui beni per effetto del fallimento, con il limite dell’appartenenza dei medesimi a terzi estranei al reato.

Cassazione divisa
Sì al sequestro: le ragioni
- La confisca obbligatoria ha natura di sanzione
Cassazione, 23907/2016

- I beni attratti alla massa fallimentare non appartengono a persona estranea al reato
Cassazione, 864/2022

- Il fallito conserva, fino alla vendita fallimentare, la titolarità dei beni
Cassazione, 5255/2023

No al sequestro: le ragioni
- Il curatore è terzo estraneo al reato e ha compito di gestire il patrimonio per evitarne il depauperamento
Cassazione, 14766/2020

- La dichiarazione di fallimento determina spossessamento dei beni in capo al fallito
Cassazione, 47299/2021

- La misura va a ricadere sui creditori del fallimento
Cassazione, 11068/2022

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©