Imposte

Beni strumentali, l’agevolazione si estende a forfettari e agricoli

di Gian Paolo Tosoni

Credito di imposta per i nuovi investimenti in beni strumentali nuovi acquistati nel 2020 anche per imprese agricole ed contribuenti in regime forfettario. Si tratta della agevolazione sostitutiva del super ed iper ammortamento che non ha più come presupposto la determinazione del reddito secondo le regole del reddito di impresa. Infatti l'ambito soggettivo viene individuato nelle imprese, indipendentemente dalla loro forma giuridica e dal settore economico di appartenenza, dalla dimensione e dal regime fiscale di determinazione del reddito. È chiaro quindi che sia le persone fisiche che esercitano una attività di impresa che opera in regime forfettario (legge 190/2014), sia le imprese agricole che determinano il reddito su base catastale, possono usufruire del credito di imposta a fronte di nuovi investimenti in beni strumentali. Lo prevede l'articolo 1, commi 185 e seguenti, della legge di Bilancio 2020, definitivamente approvata dal Parlamento.

Il credito di imposta relativamente ai beni strumentali nuovi, già oggetto dell'iper ammortamento, ammonta al 40% del costo per la quota di investimenti fino all'ammontare di 2,5 milioni e nella misura del 20% del costo per la quota di investimenti oltre 2,5 milioni e fino al limite massimo ammissibile di 10 milioni. Nel settore della meccanizzazione agricola vengono utilizzate macchine operatrici (trattori, mietitrebbie e simili) con funzionamento controllato da sistemi computerizzati, come pure i robot (funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale) di cui all'allegato A della legge 232/2016.

Per i beni strumentali normali, non tecnologici, il credito di imposta è fissato nel 6% del costo entro il limite massimo di investimento di 2 milioni; ne possono beneficiare anche i titolari di reddito professionale.

I contribuenti in regime forfettario, sia professionisti che imprenditori, è maggiormente probabile che possano utilizzare il credito di imposta a fronte dell'acquisto di beni ammortizzabili “normali”; il che comunque rappresenta un vantaggio, in quanto per loro il super o l’iper ammortamento non erano deducibili. Il vantaggio è più ghiotto per le imprese agricole le quali possono usufruire di un risparmio su imposte e contributi dovuti, fino al 40% se acquistano robot o attrezzature comandate da remoto.

Non è escluso, per agricoltori e forfettari, anche il credito d’imposta del 15% del costo (massimo ammesso 700mila euro) per l'acquisto di software connessi ai beni sui quali scatta il credito di imposta del 40 o 20 per cento. Si ricorda che il credito di imposta è ripartito in cinque rate annuali di pari importo a partire dall'anno successivo a quello di entrata in funzione del bene ovvero a quello della avvenuta interconnessione.

Il beneficio esce quindi dalla determinazione del reddito di impresa ma entra nel quadro “RU” della dichiarazione dei redditi e prescinde dal reddito realizzato. Il credito di imposta è utilizzabile in compensazione, quindi esclusivamente mediante il modello F24. I forfettari potranno compensare l'imposta sostitutiva del 5-15%, nonché con i contributi previdenziali anche propri dovuti all'Inps ed Inail. Le imprese agricole potranno compensare il credito di imposta anche con l'Iva a debito oltre a tutte le altre imposte e contributi previdenziali dei dipendenti e, per le imprese agricole individuali, anche i propri.

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