Controlli e liti

Beps: scambio automatico, arriva l’accordo per il via operativo

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di Davide Colombo e Gianni Trovati

Sarà firmato il 7 giugno a Parigi l’accordo Ocse per il via libera operativo allo scambio internazionale di informazioni fiscali attraverso l’adeguamento automatico dei paesi aderenti agli standard del Beps, il progetto Ocse per il contrasto all’evasione fiscale.

Il passaggio, che rappresenta la premessa fondamentale per l’avvio effettivo della trasparenza internazionale sulle informazioni fiscali, arriverà all’indomani del G7 di Bari dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali, in programma a Bari alla fine di questa settimana, dove la lotta all’evasione internazionali sarà al centro dell’agenda. Lo scambio dei dati fiscali tra i Paesi “in prima fila”, gli early adopters, partirà a settembre, mentre il secondo gruppo si affiancherà nel 2018.

Dopo una complessa elaborazione teorica e strategica fra i Paesi Ocse, insomma, i progetti di lotta all’evasione internazionale passano alla piena fase attuativa, con l’obiettivo di superare definitivamente il capitolo delle voluntary. Questo sviluppo non esaurisce comunque il lavoro sulla dimensione internazionale dell’anti-evasione, su cui i ministri finanziari dei sette grandi lavoreranno a Bari con l’obiettivo di invitare l’Ocse, in una dichiarazione comune al termine del summit, ad anticipare nel rapporto di primavera la proposta di nuovi strumenti comuni nel contrasto all’evasione e all’elusione fiscale internazionale. La strategia dovrebbe mettere nel mirino anche i professionisti e più in generale gli intermediari che, come mostra l’esperienza del Panama Papers, possono avere un ruolo di primo piano nella costruzione di complessi schemi internazionali per sfuggire al fisco.

Nel menu dei compiti rivolti all’Ocse, poi, il vertice di Bari punta poi ad accelerare anche sul versante della tassazione dell’economia digitale. L’obiettivo è di anticipare al prossimo marzo la chiusura del rapporto Ocse sul tema, arricchendo il documento di proposte concrete per l’adozione coordinata di una web tax internazionale. Lo stesso ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, del resto, in più di un’occasione si è detto favorevole a nuove forme di tassazione dell’economia digitale, sostendendo però che strumenti di questo tipo non possono essere applicati in un solo Paese senza il rischio di trovarsi spiazzati.

Sul piano internazionale dovrà muoversi anche lo sviluppo di nuovi strumenti di cyber security e lotta al riciclaggio. Sul punto, che interessa prima di tutto il settore bancario e più in generale le istituzioni finanziarie, l’obiettivo è quello di adottare una sorta di stress test dei sistemi di sicurezza, per capire quanto siano esposti al rischio di intrusioni e correggerne i difetti. Oltre che gli attacchi hacker, lo sforzo è quello di contrastare forme di riciclaggio internazionale anche attraverso forme più sistematiche di coordinamento fra le Unità di informazione finanziaria dei diversi Paesi.

L’altro tema-chiave del vertice sarà quello della «crescita inclusiva», e in coordinamento fra Ocse e Fondo monetario dovrebbe essere presentato un documento di policy condiviso per individuare le misure più efficaci anti-disuguaglianza sul piano delle politiche fiscali e delle riforme strutturali. Fuori agenda, invece, la questione del commercio internazionale, di cui dovranno invece occuparsi i capi di governo nell’appuntamento clou di Taormina a fine mese.

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