Contabilità

Bilanci 2021, l’appello dei commercialisti: 180 giorni per l’approvazione

Lettera dei commissari del Cndcec al ministro dell’Economia e ai presidenti delle commissioni Finanze e Bilancio di Camera e Senato. Rinvio ritenuto necessario per effetti pandemia e dubbi interpretativi

Anche per i bilanci societari 2021 va prorogato il termine finale di convocazione dell’assemblea ordinaria per l’approvazione a centottanta giorni dalla chiusura dell’esercizio. È l’appello del Consiglio nazionale dei commercialisti (Cndcec). Appello affidato a una lettera sottoscritta dai tre commissari straordinari, Rosario Giorgio Costa, Paolo Giugliano e Maria Rachele Vigani, e inviata al ministro dell’Economia, Daniele Franco, e alle commissioni Bilancio e Finanze di Camera e Senato. Una lettera con allegato una proposta di emendamento che, ad avviso dei rappresentanti di categoria, è da approvare nel primo veicolo legisòlativo utile.

L’onda lunga della pandemia

Il differimento si porrebbe «in analogia a quanto disposto per l’approvazione dei bilanci al 31 dicembre 2020» dall’articolo 106, comma 1, del Dl 18/2020. E si rende necessario «in considerazione del fatto che con il perdurare del periodo di emergenza nazionale causato dalla pandemia anche nel primo trimestre 2022, le difficoltà emergenti per le società di capitali nel determinare i valori di bilancio si perpetuano anche per questo esercizio. A ciò si debbono aggiungere talune norme, non marginali, che a tutt’oggi non hanno una chiara applicazione e, ancorché di natura fiscale, incidono sulla apposizione dei valori in bilancio».

La deducibilità a 50 anni di marchi e brevetti

I tre commissari forniscono anche alcuni esempi di questioni su cui pendono diverse incertezze: «I dubbi interpretativi ancora in essere in merito alla possibilità di revocare, anche a livello civilistico, la rivalutazione dei beni immateriali (marchi e brevetti) effettuata lo scorso anno in conseguenza del sopravvenire delle disposizioni della legge di Bilancio 2022 (articolo 1, commi 622-624, della legge 234/2021), che hanno previsto il prolungamento a 50 anni (rispetto ai 18 anni ordinari) del periodo di deducibilità del maggior valore rivalutato, con conseguente radicale mutamento delle informazioni e dei dati che sono stati posti a base della decisione di rivalutare i beni, rappresentano un motivo di incertezza che grava su molte imprese».

Informativa più attendibile

Nella lettera i commissari del Cndcec i commissari sottolineano che «la proroga è applicabile in ogni caso ancorché non sussistano le “particolari esigenze relative alla struttura ed all’oggetto della società” previste dalla disciplina ordinaria. La proroga consente quindi alle società di determinare i dati di bilancio in modo da fornire un’informativa più attendibile».

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