Imposte

Bollo auto nel caos per i noleggi, clienti chiamati a pagare in proprio

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di Maurizio Caprino

Sorpresa: chi utilizza un veicolo in noleggio a lungo termine deve pagarsi il bollo auto, nonostante sia compreso nel contratto. O, almeno, questo dice l’ultima, scarna comunicazione ufficiale sulla difficile applicazione delle nuove regole introdotte quest’anno dal decreto fiscale (Dl 124/2019, articolo 53, comma 5-ter). Le prossime settimane una toppa potrebbe essere messa con la conversione in legge del decreto milleproroghe (Dl 162/2019), ma il sistema del bollo e delle pratiche auto ha mostrato ancora una volta i suoi limiti normativi e di gestione.

Il decreto fiscale ha modificato l’articolo 7 della legge Sviluppo del 2009 (la n. 99), stabilendo che anche per il noleggio a lungo termine (come già per il leasing) la responsabilità per il pagamento è dell’utilizzatore del veicolo (cioè del privato, dell’azienda o dell’ente che risultano locatari) e non del proprietario (il noleggiatore), salva la responsabilità solidale tra loro che scatta quando quest’ultimo si avvale della possibilità di eseguire pagamenti cumulativi per tutta la flotta di cui è intestatario.

Il problema è che lo stesso articolo 7 nel 2016 era già stato modificato per attribuire il gettito alla Regione di residenza dell’utilizzatore e non più a quella del proprietario. Dal 2 novembre 2015 l’utilizzatore è noto anche alla pubblica amministrazione (va comunicato all’Anagrafe nazionale veicoli, tenuta dalla Motorizzazione), ma oggi si scopre che i dati non sono ancora disponibili. Per gli atavici problemi di “dialogo” tra amministrazioni e talvolta anche perché i noleggiatori non hanno fatto le comunicazioni.

Così il sistema di riscossione non sa a quale Regione vada correttamente attribuito l’incasso, cosa necessaria dall’anno scorso, quando le compensazioni sono state vietate.

Quindi oggi non è possibile applicare le novità del decreto fiscale, tanto che l’Aci aveva informalmente bloccato la riscossione del bollo per i veicoli a noleggio. Ma molte Regioni non hanno desistito, tanto che la sera del 28 gennaio - a tre giorni dalla prima scadenza di pagamento - l’Aci ha comunicato che per Campania, Provincia autonoma di Bolzano, Toscana, Veneto, Piemonte, Valle d’Aosta, Emilia Romagna e Lazio si procede a incassare. Anche se «le regole per il pagamento sono ancora in via di definizione», per cui i noleggiatori non possono attivare pagamenti cumulativi. E diventa necessario procedere «per dati dichiarati».

Tradotto: l’interessato dovrebbe recarsi a uno sportello abilitato non solo agli incassi ma anche alle modifiche dei database regionali (di solito, uffici Aci e agenzie di pratiche) con il suo contratto di noleggio, per farsi annotare in questi archivi fiscali (da quest’anno sotto il controllo pressoché pieno dell’Aci, che ha anche un interesse strategico ad acquisire quante più informazioni possibile) e pagare.

Senonché, secondo gli attuali contratti di noleggio, il pagamento è a carico del noleggiatore, che presenta la gestione del bollo come punto di forza della sua offerta e percepisce un compenso sul servizio svolto. Come ci si dovrebbe regolare se fosse il cliente a sostenere in proprio la spesa? Ancora peggio per quei 3.200 clienti che sono pubbliche amministrazioni, che verosimilmente non hanno previsto in bilancio fondi per pagare il bollo.

L’unico modo per evitare il caos è un rinvio almeno a giugno, previsto da un paio di emendamenti presentati al decreto milleproroghe. Ma si chiede anche un decreto interministeriale per disciplinare i molti dettagli applicativi critici, come il caso in cui i contratti vengono prolungati fino a scavalcare i 12 mesi che sono il limite oltre il quale ai fini del bollo si configura un noleggio a lungo termine.

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