Imposte

Bonus bollette per il terzo trimestre utilizzabile fino al 31 marzo 2023

Il decreto Aiuti-ter (Dl 144/2022) pubblicato in «Gazzetta» prevede controlli sui crediti d'imposta per le imprese, che dovranno inviare i dati al Fisco entro il 16 febbraio

di Marco Mobili e Gianni Trovati

È servita una settimana intera di lavoro fra Palazzo Chigi e il ministero dell’Economia per dare una veste definitiva al decreto Aiuti-ter, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 23 settembre (Dl 144/2022).

Lo sforzo maggiore è stato chiesto alla Ragioneria generale dello Stato, che ha dovuto effettuare l’ennesima caccia alle risorse nelle solite «pieghe del bilancio» per completare il mosaico dei 14,138 miliardi di coperture necessarie al nuovo provvedimento. Per raggiungere lo scopo, il Mef chiama a raccolta poco meno di 2,8 miliardi di extra-profitti delle rinnovabili, la cui stima complessiva sale a quota 3,739 miliardi (il resto andrà utilizzato «prioritariamente» per il prossimo decreto di dicembre). La somma si affianca ai 6,2 miliardi di entrate fiscali aggiuntive autorizzate dal Parlamento il 15 settembre scorso, che comprendono anche i circa 1,2 miliardi di una tantum sugli extra-profitti generali, quelli di tutte le imprese della filiera energetica, versati entro fine agosto.

La doppia mossa non è sufficiente, e il Mef si trova costretto a un nuovo congelamento di fondi ministeriali per altri 3,7 miliardi, pescati ancora una volta prima di tutto dagli stanziamenti di competenza dello stesso ministero dell’Economia: a Via XX Settembre si bloccano 3,2 miliardi, oltre la metà dei quali sono nei fondi per gli aiuti fiscali alle imprese. La nuova ipoteca sui conti, questa volta, andrà gestita dal prossimo governo. Il resto è racimolato recuperando le entrate da sanzioni comminate dall’Antitrust e una serie di somme non spese per il credito d’imposta sugli impianti pubblicitari e sulle rimanenze di magazzino della moda.

Ma in questa complicata architettura contabile sono una notizia anche le assenze. Sono saltate, in particolare, le ipotesi di rivedere le modalità di calcolo della molto contestata e poco pagata tassa sugli extra-profitti delle imprese; ipotesi plurime, che di settimana in settimana hanno spaziato dai correttivi chirurgici sul calcolo del saldo Iva rilevante fino ai ripensamenti più profondi per trasformare il meccanismo in una sorta di addizionale Irap o Ires. Alla fine, nel testo bollinato e firmato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, non è entrato nulla al riguardo.

E questo significa due cose: di fatto, il governo uscente rinuncia a inserire nuovamente nei saldi di finanza pubblica una voce specifica sul gettito dell’una tantum, che quindi rientrerà nel calderone delle entrate fiscali aggiuntive. E, di conseguenza, sarà il prossimo Esecutivo a dover rimettere mano al tema. Con un vantaggio non da poco: svanita l’urgenza temporale, infatti, i prossimi inquilini di Palazzo Chigi e del Mef potranno utilizzare i meccanismi che classicamente individuano davvero i profitti, ma solo l’anno successivo alla loro maturazione, e di conseguenza trasformare il contributo in un’addizionale all’imposta sulle società. Con l’accortezza di renderla deducibile, oltre che temporanea, per evitare rischi in Corte costituzionale.

Per il resto, fra le novità inserite nella versione finale del decreto spiccano due modifiche al calendario dei crediti d’imposta. Prima di tutto si sposta dal 31 dicembre al 31 marzo 2023 il termine entro il quale le imprese o i cessionari possono utilizzare in compensazione i contributi fiscali sugli acquisti di energia nel terzo trimestre 2022 previsti dal decreto Aiuti-bis, con un’estensione che allinea i termini a quelli previsti per i nuovi crediti su ottobre e novembre dallo stesso Aiuti-ter. Arriva poi la nuova scadenza del 16 febbraio 2023, entro la quale le imprese che utilizzano i crediti d’imposta per gli acquisti dell’energia dovranno comunicare all’agenzia delle Entrate l’importo complessivo del bonus maturato nel 2022; si tratta di un nuovo alert per poi far scattare i controlli automatici contro le compensazioni indebite, sanzionato con la decadenza dell’incentivo ancora non utilizzato per chi non invia i dati.

I commercianti trovano poi la proroga a fine anno delle modalità semplificate per l’installazione di dehors, e si rafforzano le tutele per i finanziamenti bancari con garanzia pubblica gratuita per famiglie e imprese in difficoltà nel pagamento delle bollette: le banche potranno caricare sul finanziamento esclusivamente i costi di gestione della pratica, senza poter fare margini aggiuntivi. In ogni caso, gli oneri non potranno superare quelli previsti per finanziamenti analoghi privi di garanzia statale. Si attestano poi a 170 milioni gli aiuti per il Terzo Settore, che per 50 milioni prendono la forma di un contributo straordinario da distribuire con decreto di Palazzo Chigi  (si veda pagina 26).

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