Controlli e liti

Bonus casa, anti-Covid e superbonus: stop alle cessioni successive alla prima

Il Dl varato dal Consiglio dei ministri interviene ancora sul trasferimento dei crediti d’imposta

di Cristiano Dell'Oste

Stop alle cessioni successive alla prima per il superbonus, i bonus casa e gli altri crediti d’imposta anti-Covid. La bozza del decreto “sostegni-3” passato venerdì in Consiglio dei ministri stabilisce che le agevolazioni potranno essere trasferite solo una volta. La stretta riguarda sia la formula dello sconto in fattura, sia la cessione del credito d’imposta vera e propria. L’intento è quello di arginare le girandole di trasferimenti spesso utilizzate per frodi e truffe ai danni dello Stato, ma l’impatto si preannuncia pesante su un mercato che – da metà 2020 – si è abituato a operare sfruttando la “moneta fiscale”.

Sotto il profilo dell’edilizia, sono coinvolte tutte le agevolazioni elencate dal decreto Rilancio (Dl 34/2020) al comma 2 dell’articolo 121. In pratica, tutti i bonus cedibili: sia il superbonus, sia i bonus ordinari, compresa la nuova detrazione per l’abbattimento delle barriere architettoniche, appena introdotta dalla legge di Bilancio 2022. Di fatto, viene delineata una disciplina speculare per le due tipologie di trasferimento dei bonus:

● nel caso dello sconto in fattura, il fornitore che applica lo sconto potrà fare una sola cessione. Ad esempio, l’impresa potrà trasferire il bonus a una banca, che poi non lo potrà più cedere a nessun altro;

● nel caso della cessione del credito d’imposta, invece, il committente privato potrà trasferire il bonus a un qualsiasi acquirente, ma questi dovrà usarlo direttamente, senza poterlo più passare ad altri.

Il decreto del Governo non interviene sul novero dei soggetti ai quali i bonus possono essere trasferiti. Resta, cioè, la possibilità di cedere i crediti a qualsiasi soggetto privato, comprese banche, assicurazioni, poste e altri intermediari finanziari.

Il regime transitorio

Viene inoltre previsto che i crediti che alla data del prossimo 7 febbraio saranno già stati oggetto di una opzione di cessione o sconto in fattura potranno essere ancora ceduti solo una volta. Si delinea, quindi, una sorta di regime transitorio.

Lo stesso decreto prevede la nullità di tutti i contratti stipulati in violazione delle norme appena indicate. Ad esempio, sarà invalida l’ulteriore cessione da parte di un general contractor di un credito acquistato da un’impresa successivamente al 7 febbraio.

Al momento resta inoltre bloccata a livello informatico la possibilità di cedere i crediti d’imposta per bonus ordinari sfruttando la “franchigia” introdotta dalla legge di Bilancio 2022. In pratica, oggi non è possibile comunicare la cessione dei bonus ordinari senza asseverazione e visto di conformità, quando l’importo totale dei lavori è inferiore a 10mila euro o quando l’intervento ricade nell’attività edilizia libera.

I tax credit anti-Covid

Il decreto interviene anche sull’articolo 122 del decreto Rilancio (Dl 34/2020) che regola la cessione dei crediti d’imposta anti-Covid: il tax credit locazioni commerciali, il bonus botteghe e negozi, il tax credit per l’adeguamento degli ambienti di lavoro e quello per la sanificazione e l’acquisto di Dpi.

Anche in questo caso, i beneficiari dei bonus possono cederli ad altri soggetti – compresi banche e altri intermediari – ma, in base al decreto, senza facoltà di successiva cessione.

Il periodo transitorio fino al 7 febbraio vale anche per questi bonus, così come la nullità delle cessioni in violazione della norma.

Reazioni e possibili modifiche

La notizia del decreto ha subito scatenato le polemiche. A stretto giro è arrivata la reazione dell’Ance. L’associazione dei costruttori, tramite il presidente Gabriele Buia, contesta l’ennesimo cambiamento normativo: «Ogni mese ci troviamo di fronte a qualche nuova norma che genera confusione e rischia di fermare i cantieri. Non è questo il sistema per frenare abusi e irregolarità». Secondo l’Ance, inoltre, i limiti alla circolazione dei crediti d’imposta finiranno per penalizzare le imprese che hanno bisogno di monetizzarli, a danno dei committenti con meno capacità di spesa.

Critica anche FederlegnoArredo, secondo il cui presidente, Claudio Feltrin, «il Governo ha deciso di rinnegare sé stesso, gettando imprenditori e famiglie nel caos più completo e bloccando un settore trainante come lo è l’edilizia per l’intero Paese».

Tra le voci critiche, anche quella dei parlamentari del Movimento 5 stelle, forza politica da sempre sostenitrice del superbonus e della cessione dei crediti d’imposta. Deputati e senatori M5S chiedono che la norma sia «radicalmente rivista» e ripropongono «l’implementazione di una piattaforma informatica di cessione e certificazione dei crediti d’imposta» e si dicono pronti a presentare emendamenti per rivederla.

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