Imposte

Bonus edilizi, arriva la compensazione dei contributi

Tra i correttivi allo studio del decreto in fase di conversione si profilano riaperture anche sul sismabonus e a favore di Iacp e Onlus

di Marco Mobili e Giovanni Parente

La compensazione dei bonus casa con i contributi previdenziali trova una copertura normativa. Tra gli emendamenti al decreto Superbonus all’esame della Camera, il governo è pronto a inserire anche quello che consente alle banche, alle imprese e agli intermediari di poter compensare i crediti con i contributi previdenziali. Questa possibilità era stata ritenuta possibile nei mesi scorsi soltanto in via interpretativa da una circolare dell’agenzia delle Entrate ma allo stesso tempo è stata più volte bloccata in via giurisdizionale dai tribunali. Ora con la norma si potrebbe consentire ai cessionari di poter sbloccare i crediti incagliati ampliando la propria capacità di compensazione.

Tra le altre novità in arrivo la proroga al 30 giugno per completare i lavori sulle unità unifamiliari è stata data per certa anche dal relatore al decreto legge Andrea de Bertoldi (FdI) nel corso del suo intervento al convegno di studi sui bonus edilizi organizzato ieri a Roma da Eutekne, Consiglio nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili e Ordine dei commercialisti di Roma. Il relatore ha confermato anche la riapertura del superbonus per gli interventi agevolati con il sismabonus effettuati nel cratere, così come quelli per le case popolari (Iacp) o per le Onlus.

Sull’edilizia libera De Bertoldi ha ribadito quanto anticipato ieri su queste pagine ossia che per infissi, caldaie e condizionatori a pompa di calore l’inizio lavori come condizione di accesso alla cessione del credito o dello sconto in fattura potrà essere attestata o dal bonifico parlante effettuato prima del 16 febbraio scorso o in assenza di un acconto e del bonifico da un’autocertificazione del committente e del contribuente che attestino l’effettivo avvio dei lavori sempre prima del 16 febbraio. Un modo per far uscire dal “guado” chi era rimasto spiazzato dal blocco delle cessioni, non avendo la possibilità di dimostrare l’avvio lavori prima della stretta.

De Bertoldi ha confermato, inoltre, i segnali positivi arrivati dal Governo sul via libera alla proroga di tre mesi per il superbonus sulle villette. In pratica, con un emendamento di sintesi, si punta ad allungare dal 31 marzo al 30 giugno il termine entro cui effettuare i bonifici del 110% per villette e unità indipendenti.

Possibile anche un intervento per consentire la comunicazione delle opzioni di cessioni e sconti in fattura relative al 2022 anche se non ancora completate. L’ipotesi è quella di consentire la comunicazione alle Entrate anche prima della conclusione dell’accordo di cessione, purché risulti avviata l’istruzione per la cessione del credito da parte del cessionario. La via resta stretta a causa del calendario: la scadenza per l’adempimento è, infatti, fissata al 31 marzo, quindi l’ipotesi allo studio dell’esecutivo è di pubblicare un “comunicato legge” per consentire la procedura subito dopo l’approvazione dell’emendamento in commissione Finanze al Senato.

Altri interventi in conversione potrebbero riguardare richieste avanzate dai commercialisti. Tra queste ci sono la facoltà e non l’obbligo di liquidazione di stati avanzamento lavoro per gli interventi diversi dai superbonus e la facoltà e non l’obbligo di inclusione nelle asseverazioni tecniche dell’attestazione di congruità delle spese relative all’apposizione del visto di conformità. Del resto, come evidenziato dal presidente dei commercialisti Elbano de Nuccio, «occorre evitare di chiudere la porta in faccia a coloro che hanno operato nell’ambito di una sostanziale correttezza nonché di punire eccessivamente chi i lavori li ha fatti davvero, pur commettendo qualche errore meramente formale o documentale».

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