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Bonus mobili bloccato dalle nuove etichette energetiche degli elettrodomestici

Dal 1° marzo è in vigore la nuova classificazione europea, ma manca un criterio per la conversione

Il bonus mobili potenziato 2021 dimentica le nuove etichette Ue degli elettrodomestici in vigore dal 1° marzo scorso, creando un cortocircuito - è proprio il caso di dirlo - a danno del contribuente. Non esistono più, oggi, prodotti di classe A e superiori, per cui di fatto la detrazione sarebbe inapplicabile: chi ha acquistato dopo il 28 febbraio farà bene a conservare le schede tecniche del prodotto, in attesa di una soluzione.

L’articolo 16, comma 2, del Dl 63/2013 prevede una detrazione del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati ad un immobile oggetto di ristrutturazione, purché di classe non inferiore alla A+ (A per forni e lavasciuga). La legge di Bilancio 2021 ha prorogato il bonus agli acquisti del 2021 (se la ristrutturazione è iniziata dal 2020 in poi), alzando anche il tetto di spesa da 10mila a 16mila euro. Ci si è però dimenticati del “riscalaggio” delle etichette in vigore dal 2021: poiché inizialmente non esisteranno prodotti di classe A, e in alcuni casi nemmeno B, la disposizione risulta oggi inapplicabile.

Dal 1° marzo 2021 sono infatti in vigore le nuove etichette energetiche Ue per alcuni elettrodomestici (tra cui frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie). Si tratta dell’attuazione del regolamento Ue 2017/1369, il quale prevede che le etichette vengano adeguate – con scaglionamento nel tempo per le varie classi di prodotti – a una nuova scala meglio intelligibile.

Le classi A+, A++, A+++ e le relative etichette sono state “riscalate” (rescaled), perché il progresso nell’efficienza energetica ha saturato le classi più alte, creando possibile confusione nel consumatore. I prodotti stanno infatti diventando sempre più efficienti, e quasi tutti i nuovi modelli si classificano nelle categorie più alte (A+++, A++, A+). Anziché aggiungere altri + alla classe A, si è preferito “riscalare” le nuove etichette energetiche prodotto per prodotto, utilizzando una più semplice scala da A a G. Le nuove regole, introdotte dalla Commissione europea, prevedono che, almeno inizialmente, la classe A (e per alcuni prodotti anche la B) sia vuota, per stimolare l’innovazione tecnologica e lasciare spazio ai modelli di prossima generazione, ancora più efficienti. Non esiste una tabella di conversione da nuova a vecchia scala, perché la nuova classificazione avviene attraverso il database Eprel, in cui i fornitori devono caricare le informazioni di ciascun prodotto ed al quale consumatori possono accedere in consultazione tramite QRcode.

Il problema non pare facilmente risolvibile in via amministrativa, perché non è possibile una conversione automatica delle etichette. Va quindi modificato il testo di legge o, in alternativa, va studiata una procedura per convertire le nuove etichette nei vecchi parametri ancora usati ai fini fiscali (ma ciò coinvolgerebbe necessariamente i produttori).

Tra novembre 2020 e febbraio 2021 nell’imballaggio erano esposte sia la nuova che la vecchia etichetta: in tal caso è agevole provare il requisito per rientrare nell’agevolazione, ma solo per i prodotti immessi sul mercato fino al 28 febbraio. Per chi non può sfruttare questa equivalenza, è bene conservare la documentazione tecnica e la copia dell'etichetta energetica, ed accedere al database Eprel tramite QRcode per scaricare il materiale informativo. Conservando tutto il set documentale si potrà provare il diritto alla detrazione, una volta che la stortura normativa sarà stata corretta.