Calderone: l’equo compenso non limita la concorrenza
Il disegno di legge sull’ equo compenso continua il suo iter: ieri ha compiuto un ulteriore passo in avanti con l’audizione alla commissione Lavoro del Senato del
Introducendo il concetto di “equo compenso” inteso come «compenso proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, al contenuto e alle caratteristiche della prestazione professionale», la bozza rende «nullo» qualsiasi patto nel quale il compenso sia «manifestamente sproporzionato all’opera professionale». In questo modo «sarà possibile - ha aggiunto Calderone - confinare le pratiche piratesche, fondate esclusivamente sull’accaparramento della clientela in base a una offerta della prestazione con compensi irrisori, al di fuori delle dinamiche legittime del mercato del lavoro professionale».
Nel ddl sull’equo compenso si chiarisce che per «manifestamente sproporzionato» s’intende un compenso di ammontare inferiore ai minimi stabiliti dai parametri per la liquidazione dei compensi dei professionisti iscritti agli ordini o collegi dai decreti ministeriali.
Le norme proposte costituiscono, secondo Calderone, un momento di garanzia di tutela degli utenti in ordine alla qualità della prestazione e non rappresentano un ostacolo alla libera concorrenza.
«Il disegno di legge Sacconi - ha aggiunto la presidente del Cup - si pone quale completamento fisiologico del percorso intrapreso con le norme introdotte a tutela del lavoro autonomo, in particolare con la legge n. 81/2017».
Durante il suo intervento alla commissione Lavori del Senato Marina Calderone ha sottolineato che l’equo compenso dei professionisti è un intervento «costituzionalmente necessario: il principio è infatti già presente nell’articolo 36 della Costituzione». Insieme con Marina Calderone hanno partecipato all’audizione anche Gianmario Gazzi (presidente Consiglio nazionale assistenti sociali); Cesare Giuliani (Consiglio nazionale notariato); Massimo Pensato (Consiglio nazionale notariato); Giorgio Luchetta (Consiglio nazionale dottori commercialisti ed esperti contabili); Barbara Mangiacavalli (presidente Federazione nazionale collegi infermieri); Sergio Borrelli (vicepresidente Federazione nazionale tecnici sanitari di radiologia).