Finanza

Canale unico per informare le imprese sugli incentivi

Impiegati 3,9 milioni per gli interventi di informatizzazione. La semplificazione si otterrà anche eliminando sistemi di aiuto sovrapponibili

di Roberto Lenzi

Il disboscamento della giungla degli incentivi alle imprese mira a ridurre il numero delle misure in campo ma non per questo genererà un volume inferiore di aiuti. L’obiettivo primario del disegno di legge delega sul riassetto degli incentivi, infatti, non è recuperare risorse da destinare ad altre politiche bensì semplificare il settore degli aiuti generando beneficio sia per le imprese sia per le amministrazioni che ne curano la gestione. L’esigenza è emersa ancora più forte a seguito della situazione economica emergenziale determinata dalla pandemia che ha fatto registrare un’ulteriore e disordinata dilatazione dell’operatività degli interventi, incrementando la parcellizzazione del sistema incentivante.

Peraltro, seppur il numero di agevolazioni, inteso come quantitativo di misure in atto, sia elevatissimo nel nostro Paese, genera un volume di trasferimenti alle imprese pari a meno della metà del dato della Francia, ad appena un quinto di quello tedesco, nonché inferiore a quello del Regno Unito e della Spagna. Uno dei principi direttivi della riforma, peraltro, è quello di dare continuità, nonché coordinamento e potenziamento agli strumenti in essere; in sostanza, spariranno gli incentivi poco efficaci e che rappresentano duplicazioni di altri strumenti già esistenti, mentre saranno potenziati quegli aiuti che abbiano dato prova di centrare gli obiettivi che si erano prefissati nel momento della loro introduzione.

In campo l’intelligenza artificiale

Misurare l’efficacia delle agevolazioni non rappresenta un’attività di semplice attuazione. Per questo la riforma punta alla definizione di un quadro sistemico dell’impatto dell’incentivazione mediante l’utilizzo e la valorizzazione delle valutazioni ex ante ed ex post. Determinare in anticipo se un’agevolazione potrà rivelarsi efficace e analizzare a consuntivo se i risultati sono stati effettivamente raggiunti richiederà il ricorso ad applicazioni basate sulle tecnologie di intelligenza artificiale e l’interoperabilità dei sistemi informativi esistenti.

Avvisi pubblicati su unico canale

Particolare rilievo sarà attribuito all’uso delle tecnologie più innovative e all’interoperabilità dei dati, che rappresentano il presupposto dell’ottimizzazione del quadro sistemico complessivo. Il sistema degli incentivi rilancerà strumenti telematici già operativi come il Registro nazionale degli aiuti di Stato e la piattaforma telematica «incentivi.gov.it».L’obiettivo dichiarato è quello di consentire la pubblicazione degli avvisi in un unico canale, con lo scopo di facilitare la piena conoscenza dell’offerta di incentivi, delle modalità di accesso e degli strumenti disponibili in relazione alle caratteristiche e agli obiettivi dei potenziali beneficiari.

La riforma costa 3,9 milioni

Il disegno di legge delega mette in gioco risorse per 3,9 milioni di euro. Un milione di euro l’anno per ciascuno degli anni 2022-2024, per un totale di 3 milioni di euro è destinato all’efficace mantenimento e sviluppo delle piattaforme telematiche menzionate per fornire supporto alle valutazioni e al monitoraggio degli aiuti concessi. Altri 300 mila euro annui, per lo stesso triennio, sono invece assegnati alla Cabina di regia istituita dalla riforma e composta dal ministro dello Sviluppo economico, dal ministro dell’Economia, dal ministro per il Sud e dai ministri per gli Affari regionali e per gli Affari esteri, da rappresentanti di ulteriori amministrazioni centrali titolari di interventi di incentivazione alle attività economiche interessate secondo gli ambiti di relativa competenza e dal Presidente della Conferenza unificata; grazie a questi 900 mila euro complessivi, la Cabina di regia potrà, per specifiche e motivate esigenze, avvalersi di esperti esterni.

Cumulo da armonizzare

Uno degli aspetti su cui si concentrerà la riforma è la sintonizzazione delle regole di cumulo. Soprattutto le imprese del meridione si trovano spesso a fare i conti con problemi legati al cumulo degli incentivi a finalità regionale con quelli nazionali che, in quanto non selettivi, sono tecnicamente «non aiuti». Al momento, la riforma annuncia solo una sintonizzazione delle misure, il cui contenuto andrà però verificato con i successivi decreti legislativi.

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