Controlli e liti

Cartelle, debitori seriali 7,2 milioni di contribuenti

Da Entrate-Riscossione le risposte sullo stato del recupero coattivo. In gioco ogni anno 80 miliardi. Il 57% ha debiti superiori a 50mila euro

di Marco Mobili e Giovanni Parente

I debitori del Fisco sono seriali. Ogni anno 7,2 milioni di contribuenti ricevono una cartella senza aver saldato il conto (in tutto o in parte) anche per quelle ricevute in anni precedenti. I carichi affidati annualmente ad agenzia delle Entrate-Riscossione (Ader) ammontano a circa 80 miliardi. Di questi la gran parte (55,5 miliardi) sono di competenza dell’agenzia delle Entrate, quindi riguardano contestazioni di carattere fiscale. Scendendo ancora di più nel dettaglio, il 58% è riferito ad avvisi di accertamento non pagati nei termini, mentre il 38,4% ad avvisi di liquidazione ossia essenzialmente imposte non versate. Inoltre, il 60,7% dei contribuenti con una cartella a carico ha debiti non superiori a mille euro.

È quanto emerge dalle risposte di agenzia Entrate-Riscossione ai quesiti posti dal senatore Emiliano Fenu (M5S), correlatore in commissione Finanze al Senati del documento sullo stato del recupero coattivo depositato dal Mef a metà luglio. Risposte che contengono anche una comparazione su dilazione del debito e procedure cautelari ed esecutive tra l’Italia e i principali paesi europei.

I numeri dicono che gli italiani si indebitano con la riscossione per almeno 80 miliardi l’anno. Ma c’è un fenomeno costante rappresentato dal fatto che su otto milioni di destinatari di cartelle addirittura il 90% è recidivo, ossia ha già una pendenza non saldata.

A rendere ancora più difficoltoso delle somme non pagate, spiega agenzia Riscossione, è il fatto che il 57% dei contribuenti ha debiti pregressi superiori a 50mila euro. Ad aggravare la situazione ci sono poi le singole posizioni soggettive che impediscono il recupero: dallo stato di insolvenza al fallimento dell’attività fino ad arrivare al decesso del contribuente persona fisica.

Proprio alla luce della sproporzione tra chi ha già debiti che non riesce o non intende pagare e chi invece è per la prima volta destinatario di un atto della riscossione, i senatori nel parere finale potrebbero suggerire di inserire nel progetto di riforma della riscossione la creazione di un meccanismo specifico per i debitori seriali in modo da non appesantire le procedure di recupero della riscossione ordinaria.

Un’altra riflessione obbligata emerge dall’origine delle cartelle relative a contestazione dell’agenzia delle Entrate. Come anticipato, il 58% del carico affidato da quest’ultima annualmente alla Riscossione (pari a un controvalore di 32,2 miliardi) deriva da avvisi di accertamento. Questo impone di andare a verificare se le somme contestate e poi iscritte a ruolo sono realmente fondate o meno.

Nelle risposte fornite alle richieste dei senatori, emerge anche che rispetto agli altri principali Paesi europeo l’attività di recupero coattivo in Italia presenta delle forti limitazioni, almeno ad avviso della Riscossione. Si va, nella ricostruzione fornita da Ader, dall’impignorabilità della prima casa alla mancata deterrenza della possibilità di rientrare nei piani di pagamento dilazionato anche dopo l’eventuale fuoriuscita a causa dei tanti interventi in materia succedutisi negli ultimi anni.

Infine, le risposte evidenziano la necessità di arrivare a un ente unico tra Entrate e Riscossione per potenziare l’attività di recupero.

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