Adempimenti

Cartelle e avvisi, mini-rinvio al 31 gennaio. La digital tax slitta di un mese: si versa il 16 marzo

Il Governo vara un decreto legge ponte in attesa di nuovi interventi. Slittano a fine mese anche i versamenti e i pignoramenti di stipendi e pensioni

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Un mini-rinvio fino al 31 gennaio per la ripresa di notifiche di cartelle e accertamenti. Ma arriva anche uno slittamento di un mese per gli adempimenti della digital tax: il primo versamento andrà effettuato entro il 16 marzo (e non più entro il 16 febbraio) e la prima dichiarazione dovrà essere inviata alle Entrate entro il 30 aprile (e non più entro il 31 marzo). Il decreto legge ponte approvato dal Consiglio dei ministri nella tarda serata di giovedì 14 gennaio proroga lo stop alla notifica fino al termine del mese non solo delle cartelle ma anche degli «atti di accertamento, di contestazione, di irrogazione delle sanzioni, di recupero dei crediti di imposta, di liquidazione e di rettifica e liquidazione, nonché degli altri atti tributari elencati» nell’articolo 157 del Dl 34/2020 (decreto Rilancio).

Una scelta quasi obbligata per l’Esecutivo altrimenti da lunedì 18 gennaio (come anticipato in questo articolo) gli uffici della riscossione sarebbero stati pronti per rimettersi in modo e per iniziare - seppur gradualmente - a smaltire la “consegna” a persone fisiche e giuridiche di 34 milioni tra cartelle e altri atti rimasti sospesi dall’8 marzo 2020 in virtù dei quattro interventi legislativi che si sono succeduti a causa dell’emergenza sanitaria collegata al coronavirus.

Un mini-rinvio che contribuisce a far salire a 32 miliardi lo scostamento di bilancio approvato in Consiglio dei ministri e su cui ora il Governo dovrà verificare la sua tenuta in Parlamento dopo la fuoriuscita dei ministri di Italia Viva. Risorse che serviranno anche a una nuova tornata di ristori anche in considerazione delle ulteriori restrizioni nelle aperture già operative o in arrivo e alla proroga della Cassa integrazione Covid.

Sospesi anche i versamenti e i pignoramenti di stipendi e pensioni

Lo slittamento al 31 gennaio non vale solo per i termini di notifica. Restano sospesi anche i termini di versamento derivanti da cartelle di pagamento e da avvisi esecutivi per entrate tributarie o meno che, per effetto della mancata proroga, sarebbero di fatto ripresi dal 1° gennaio con obbligo di saldare quindi entro il 1° febbraio 2021. Il comunicato diramato da Palazzo Chigi spiega che per effetto del nuovo «intervento - fermo restando quanto disposto in relazione alla salvezza delle attività compiute e degli effetti prodottisi nel periodo dal 1° gennaio 2021 alla data di entrata in vigore del decreto-legge appena approvato – la sospensione degli stessi versamenti opera senza soluzione di continuità dalla data iniziale della stessa (21 febbraio 2020 per i debitori con residenza/sede operativa/sede legale nei comuni della prima “zona rossa”, 8 marzo 2020 per tutti gli altri) fino alla data del 31 gennaio 2021».

E si estende sempre fino al 31 gennaio 2021 anche il divieto di pignoramenti di stipendi e pensioni. Anche se, precisa ancora la nota del Governo, «restano comunque acquisiti, per quanto attiene ai versamenti eventualmente eseguiti nello stesso periodo, gli interessi di mora, le sanzioni e le somme aggiuntive già corrisposti» e «restano fermi gli accantonamenti effettuati e restano definitivamente acquisite e non sono rimborsate le somme accreditate» in tale periodo.

La Pa paga senza verifica sui debiti esattoriali

Fino al 31 gennaio la Pa non dovrà effettuare verifiche sulla presenza di ruoli non pagati oltre 5mila euro prima di saldare quanto dovuto ai suoi fornitori. Nonostante il “buco” temporale fra la precedente moratoria in tal senso scaduta il 31 dicembre e l’inizio della nuova con l’entrata in vigore del decreto, «restano prive di qualunque effetto le verifiche relative all'adempimento degli obblighi di versamento derivanti dalla notifica di cartelle di pagamento da parte dei beneficiari di pagamenti delle pubbliche amministrazioni (di cui all'articolo 48-bis, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 602/1973) eseguite sempre nel medesimo periodo, per le quali l'agente della riscossione non abbia già notificato l'ordine di versamento». Dunque le pubbliche amministrazioni devono effettuare i pagamenti a favore dei beneficiari.

L’intervento in due tempi

Sulla riscossione comunque si punta a un intervento in (almeno) due tempi. La norma ponte servirà a guadagnare tempo e a evitare problemi di ordine pubblico con un prevedibile afflusso di contribuenti presso gli sportelli di Agenzia delle Entrate Riscossione (Ader) e conseguente aumento di probabilità di code e assembramenti esterni. La fase 2, invece, dovrebbe essere rappresentato da un kit di misure su cui è forte il pressing politico come il varo di una rottamazione-quater per consentire ai contribuenti di saldare il conto senza sanzioni e interessi e un ampliamento dei termini per dilazionare nel tempo la notifica delle cartelle anche del 2021.

Il rinvio della digital tax

Come anticipato nel decreto legge entra anche il rinvio della digital tax, per cui lo scorso 31 dicembre si è concluso il periodo di consultazione dello schema di provvedimento attuativo delle Entrate. Il primo termine per i versamenti relativi all’imposta sui servizi digitali per il 2020 slitta dal 16 febbraio al 16 marzo 2021. Mentre il termine per la presentazione della prima dichiarazione è rinviato dal 31 marzo 2021 al 30 aprile 2021.

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