Controlli e liti

Cartelle, recupero più mirato con l’incrocio dei database

di Luigi Lovecchio

La riscossione punta sull’efficienza da recuperare anche attraverso una maggiore integrazione delle banche dati pubbliche a disposizione dell’amministrazione finanziaria. Ulteriori elementi qualificanti della riforma saranno la revisione del sistema di remunerazione dell’agente della riscossione e la tendenziale confluenza di agenzia Entrate – Riscossione (Ader) in agenzia delle Entrate.

In coerenza con tutto l’impianto della riforma, anche la norma sulla riscossione denota un notevole grado di genericità. Nulla è detto, ad esempio, sulle modalità con cui si intende rendere più efficiente il recupero coattivo. Si annuncia il passaggio da un sistema improntato al rispetto formale e generalizzato dei processi di lavorazione a un’operatività orientata al raggiungimento di obiettivi, prediligendo così le azioni con più probabilità di successo.

Il richiamo a un più ampio ricorso alle banche dati evoca, tra l’altro, l’accesso pieno alle notizie dell’anagrafe finanziaria dell’agenzia delle Entrate, alimentata con dati più aggiornati. Nella relazione sullo stato della riscossione depositata a luglio dal ministero dell’Economia in Parlamento si auspicava anche la disponibilità dei dati del sistema della fatturazione elettronica per facilitare le operazioni di pignoramento presso terzi.

Un nodo critico ineludibile è il superamento dell’aggio come mezzo di finanziamento della riscossione coattiva, dopo le gravi censure mosse dalla Corte costituzionale nella sentenza 120/2021. In chiave europea, la soluzione più praticata è la “fiscalizzazione” dell’aggio, cioè il finanziamento a carico del bilancio statale. Tale opzione appare meglio coordinata con il trasferimento di funzioni dalla Riscossione alle Entrate, che infatti è tra gli obiettivi della delega.

La fusione delle due realtà, come pure l’integrazione delle banche dati, dovrebbe inoltre favorire l’eliminazione delle «duplicazioni organizzative, logistiche e funzionali», anch’esse obiettivo di riforma.

In tutto ciò, stona la totale assenza di riferimenti a misure di tutela e garanzia per il contribuente, nonostante gli auspici contenuti nella stessa relazione sullo stato della riscossione. Ci si riferisce ad esempio all’istituto della dilazione, in relazione alla quale si potrebbe rendere definitiva l’elevazione a dieci rate non pagate della soglia di decadenza dal piano di rientro. O ancora alla necessaria armonizzazione del saggio degli interessi, attualmente fortemente squilibrato a tutto vantaggio dell’Erario. A ciò, potrebbero tuttavia provvedere i decreti delegati o, se del caso,alcuni innesti negli interventi fiscali di fine anno.

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