Controlli e liti

Cartelle verso un nuovo stop con le coperture della Nadef

Alla Camera via libera (si astiene solo Leu) a un ordine del giorno a prima firma di Fdi per un’altra sospensione delle notifiche

di Marco Mobili e Gianni Trovati

Il Parlamento chiede in coro di tornare a bloccare la riscossione e la partita si riapre in vista della Nota di aggiornamento al Def che arriverà entro il 27 settembre. L’impegno al governo promosso dalla Camera, che contempla anche una rottamazione-quater e una nuova sospensione degli obblighi di accantonamento per i pignoramenti presso terzi, ha preso la forma di un ordine del giorno, che porta come prima firma quella di Marco Osnato di Fratelli d’Italia ma è stato sottoscritto da tutti i gruppi con l’unica eccezione di Leu. «È una grande vittoria di Fratelli d’Italia», esulta Giorgia Meloni, perché FdI aveva fatto da lepre sul tema con un emendamento al Dl Green Pass caduto però sull’inammissibilità per assenza di copertura. Ma come spesso capita la vittoria ha molti padri. Se la intestano anche i leghisti, che da settimane sono in pressing contro la ripresa della riscossione e hanno messo il dossier sulla bilancia del dare-avere con il governo per il loro sofferto via libera alla conversione del Dl sul Green Pass; analoga la posizione di Forza Italia che mercoledì aveva presentato in conferenza stampa la stessa richiesta. I Cinque Stelle spiegano che l’ordine del giorno «recupera letteralmente le proposte del Movimento» e anche dal Pd, che pure nei giorni scorsi aveva sottolineato l’esigenza di «un ritorno progressivo alla normalità», il capogruppo in commissione Finanze Gian Mario Fragomeli sostiene che «non si tratta di un colpo di spugna ma di una boccata d’ossigeno necessaria».

Trattandosi di un ordine del giorno, il voto a Montecitorio (326 sì, 7 no e 9 astensioni da Leu) ha valore più politico che pratico. Ma a differenza di altre occasioni è difficile immaginare che il pressing di quasi tutto il Parlamento, votato con il parere favorevole del governo, possa rimanere lettera morta.

Il primo problema, come sempre in autunno quando i saldi di finanza pubblica sono impegnati e un rinvio della riscossione rimanda gli incassi all’anno dopo, sono le coperture. Ma la Nadef che il governo deve presentare fra due settimane potrà registrare un deficit intorno al 10% contro l’11,8% calcolato in primavera nel Def, grazie a una crescita nei pressi del 6%, quindi due punti più alta del 4,1% tendenziale del Def, e ad alcune spese inferiori del previsto negli aiuti anti-crisi. Numeri che farebbero sgonfiare l’ostacolo tecnico delle coperture. Quante ne servono?

Un nuovo blocco generalizzato richiederebbe fino a 4 miliardi. Ma l’ordine del giorno apre alla possibilità di «tener conto delle differenti posizioni dei contribuenti»; ipotesi tecnicamente realizzabile, che oltre a ridurre i costi eviterebbe di bloccare ancora il fisco anche per chi non ha perso reddito con la crisi mentre molti settori sono in ripresa. Lo stop evocato dall’odg si riferisce poi alle «cartelle esattoriali riferite al periodo emergenziale pandemico», e preso alla lettera potrebbe escludere quelle relative a debiti immediatamente precedenti che stanno riprendendo vita dal 1° settembre. Senza un riavvio almeno parziale delle notifiche, del resto, non ci sarebbe materia per la nuova pace fiscale chiesta dallo stesso odg.

Su questo terreno la questione incrocia gli interventi sulla riscossione che il governo sta mettendo in cantiere per archiviare il problema delle vecchie cartelle ormai impossibili da incassare e prevenire il formarsi di un nuovo magazzino di arretrati. Entro fine mese, dopo una rapida raccolta di memorie scritte da professionisti e associazioni, le commissioni Finanze di Camera e Senato voteranno le risoluzioni sul tema, in tempo utile per inserire le norme in legge di bilancio.

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