Adempimenti

Certificazione della parità di genere, bonus contributi da chiedere all’Inps

Pubblicato il decreto che fissa i criteri di concessione dello sgravio. In caso di risorse limitate rispetto alle domande l’esonero dell’1% sarà ridotto

di Aldo Bottini

È stato pubblicato il 29 novembre l’atteso decreto del Lavoro con cui vengono definiti criteri e modalità della fruizione dell’esonero contributivo per i datori di lavoro privati che conseguano la certificazione della parità di genere. Era l’ultimo tassello mancante al sistema della certificazione, ora completo in tutte le sue parti ma comunque già operativo da alcuni mesi. Il sistema della certificazione è stato introdotto nel nostro ordinamento con la legge 162/2021 e costituisce un significativo investimento del Pnrr, che ha fissato come traguardo per l’entrata in vigore il quarto trimestre 2022.

I vantaggi della certificazione di parità sono significativi. Oltre al positivo riflesso reputazionale, c’è la previsione di un punteggio preferenziale nelle richieste di finanziamento e nelle gare pubbliche e di un esonero contributivo in misura non superiore all’1% e nel limite massimo di 50mila euro annui per ciascuna impresa.

L’esonero contributivo, originariamente finanziato per il solo 2022, è divenuto una misura stabile, con dote di 50 milioni annui, per disposizione della legge di bilancio 2022. Il dm di ieri ne definisce criteri e modalità di concessione. L’esonero riguarda le sole aziende private che abbiano conseguito la certificazione di parità di genere. Sono escluse da tale beneficio le pubbliche amministrazioni.

Le aziende in possesso della certificazione potranno inoltrare, solo per via telematica, la domanda di esonero all’Inps, secondo le istruzioni che l’Istituto provvederà a indicare. L’Inps verificherà le domande sulla base delle informazioni in suo possesso (e di quelle trasmesse dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio) e ammetterà l’azienda al beneficio per l’intero periodo di validità della certificazione (3 anni). Qualora le risorse risultino insufficienti in relazione al numero di domande complessivamente ammissibili, il beneficio sarà proporzionalmente ridotto.

L’esonero, parametrato su base mensile, sarà fruito dai datori mediante riduzione dei contributi previdenziali a loro carico per tutte le mensilità di validità della certificazione. Sempre che la certificazione non venga revocata e non intervengano provvedimenti di sospensione dei benefici contributivi adottati dall’Ispettorato nazionale del lavoro.

Si attende ora la pubblicazione dei bandi per l’assegnazione di contributi per supportare le piccole e medie imprese nel processo di certificazione, prevista dal Pnrr. L’obiettivo è l’ottenimento della certificazione da parte di almeno 800 imprese (di cui almeno 450 micro, piccole e medie) entro il secondo trimestre del 2026.

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