Imposte

Bonus casa, cessioni 2022 fino al 30 novembre

Inizia il voto sugli emendamenti al Dl 11/23: confermata la proroga per le villette fino al 30 giugno. Si punta a mettere in salvo con una mora le opzioni non ancora comunicate. Ipotesi conversione dei crediti in titoli di Stato

di Giuseppe Latour e Giovanni Parente

Più tempo per la cessione dei crediti relativi alle spese 2022. Sarà possibile arrivare al 30 novembre, pagando una sanzione di 250 euro. Lo sblocco dei circa 20 miliardi di euro di crediti fiscali incagliati è al centro del lavoro di definizione delle modifiche alla legge di conversione del decreto cessioni (Dl n. 11/2023, relatore: Andrea de Bertoldi, FdI). Tra molti temi affrontati in questi giorni, infatti, è questo il principale nodo da sciogliere. Se resta congelata la proposta Abi-Ance di utilizzare gli F24 intermediati dagli istituti come leva per liberare capienza fiscale delle banche, sul tavolo cominciano ad affacciarsi soluzioni alternative. Resta, infatti, ancora aperto il fronte di una possibile conversione dei crediti acquistati da banche e intermediari finanziari in titoli di Stato. Un’ipotesi che si sta studiando solo per i nuovi crediti e su cui i tecnici stanno valutando attentamente le ripercussioni in termini di impatti sul debito pubblico.

Più in generale la giornata del 21 marzo è stata densa di riunioni, sia tra il relatore e i tecnici del ministero dell’Economia che tra partiti in commissione Finanze alla Camera. L’obiettivo era definire il più possibile il pacchetto di modifiche sulle quali poi, tra mercoledì 22 e giovedì 23 marzo, arriveranno i voti, con l’idea di chiudere nel giro di 48 ore i lavori (magari con una coda venerdì) e poi andare in Aula lunedì prossimo. Al Senato il testo è atteso in Aula a partire dal 4 aprile.

Nel merito trova conferme l’attesa proroga trimestrale, fino al 30 giugno, per case unifamiliari e unità indipendenti. E c’è l’accordo anche sulla possibilità di compensare i crediti previdenziali, oltre a quelli tributari. Ci saranno salvaguardie per Iacp, Onlus e immobili collocati nei crateri sismici: potranno continuare a utilizzare la cessione. Allo stesso modo, la cessione dovrebbe restare per il bonus barriere architettoniche.

Altre modifiche ormai a uno stato avanzato di lavorazione riguardano l’edilizia libera e i bonus acquisti. Sul primo fronte, la soluzione è quella già raccontata: prevede che l’avvio dei lavori in data precedente il 16 febbraio possa essere provato tramite ricevuta di un bonifico parlante o attraverso una doppia attestazione, del committente e del fornitore. Per i bonus acquisti, invece, la cessione dovrebbe restare per i lavori per i quali il titolo abilitativo sia stato chieso prima del 16 febbraio scorso, eliminando il passaggio sul preliminare registrato.

Si consolida, poi, l’intervento di correzione delle regole sulla comunicazione delle opzioni relative alle spese 2022, in scadenza a fine marzo. Alcuni di questi interventi (quelli legati al super ecobonus) hanno, poi, anche un’altra tagliola: il termine del 24 marzo, entro il quale bisogna comunicare le asseverazioni all’Enea (cioè, cinque giorni feriali prima del termine del 31 marzo).

Questa dead line è destinata a essere riaperta, per effetto di un attacco incrociato. Da un lato, infatti, dovrebbe esserci un emendamento che aprirà alla riformulazione da parte del relatore di un emendamento che consentità la comunicazione di opzioni prima della firma del contratto di cessione, ossia prima che diventino definitive. Già al momento dell’avvio dell’istruttoria sarà possibile inviare il modello alle Entrate. La norma recita che l’opzione sarà possibile «anche prima della conclusione dell’accordo di cessione, purché risulti avviata l’istruttoria per la cessione del credito da parte del cessionario». Visti i tempi strettissimi, però, questo cambiamento da solo non basta: a conti fatti, tra asseverazioni da presentare e ultimi adempimenti, molti resteranno fuori.

Così, il piano B sarà la remissione in bonis, cioè la possibilità (concessa in via amministrativa dalle Entrate) di presentare il modello per l’opzione entro il prossimo 30 novembre, pagando una sanzione di 250 euro. Oggi questa possibilità è preclusa per chi non ha un contratto di cessione firmato a fine marzo. Con il cambio delle norme, saranno modificati anche i requisiti amministrativi. E ci sarà, di fatto, una riapertura dei termini per chi ha una procedura di cessione avviata: potrà presentare l’opzione entro la fine di novembre.

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