Come scomputare l’acconto pur avendolo versato
Due sono i temi sul tavolo per quanto riguarda gli acconti Irap 2020: quali soggetti sono ammessi a “slittare” al 30 aprile 2021 e come scomputare il primo acconto dai calcoli pur non avendolo versato.
Sul primo punto, occorre tener presente:
l’articolo 98 del Dl 104/2020, il quale consente il rinvio a coloro che svolgono attività per le quali è stato elaborato un Isa anche in presenza di cause di esclusione (ad eccezione dei soggetti che dichiarano ricavi o compensi di ammontare superiore al limite di 5.164.569,00 euro), a condizione che nel primo semestre 2020 abbiano subìto una diminuzione del fatturato o dei corrispettivi di almeno il 33% rispetto allo stesso periodo 2019;
l’articolo 6 del Dl 149/2020, che prevede analogo rinvio per gli stessi soggetti (ma senza la condizione del calo di fatturato) qualora operino nei settori di cui agli allegati 1 e 2 del decreto ubicati in “zona rossa” (anche “zona arancione” per l’attività di gestione ristoranti).
Il secondo tema è stato affrontato dalla circolare n. 27/E/2020. Ricordando che, a norma dell’articolo 24 del decreto Rilancio, il primo acconto Irap –per i soggetti esonerati dal versamento- «è comunque escluso dal calcolo dell’imposta da versare a saldo per lo stesso periodo d’imposta», la circolare spiega come determinare l’importo da scomputare dal saldo. Questo importo, infatti, non discende dai calcoli a suo tempo effettuati dai contribuenti per determinare l’acconto poi non versato, ma segue una regola ben precisa: si applica il metodo storico e si calcola il 40% di tale importo (soggetti non Isa) ovvero il 50% di tale importo (soggetti Isa), a meno che l’imposta dovuta nel 2020 si riveli inferiore a quella del 2019 (saldo non versato compreso). In tal caso la base di calcolo non è più l’imposta “storica” 2019 ma quella 2020. La circolare presenta vari esempi per spiegare questa sorta di “metodo storico corretto”, a volte anche paradossali (applicazione del metodo previsionale pur in presenza di una imposta prevista maggiore di quella storica).
Ad ogni modo, appare chiaro che l’importo esatto del primo acconto (non versato) da scomputare in sede di saldo si potrà conoscere solo “a bocce ferme”, ossia quando sarà determinata l’imposta dovuta 2020. Il che mette in una posizione di sicuro vantaggio i contribuenti che sono autorizzati a “far slittare” il secondo acconto ad aprile 2021, i quali potranno fare questi calcoli (non banali) disponendo di tutte le informazioni. Essi, infatti, si troveranno nella comoda posizione di chi può applicare il metodo previsionale (peraltro con la “tolleranza” del 20% riconosciuta dall’articolo 20 del decreto Liquidità proprio per gli acconti 2020) con riferimento ad un periodo d’imposta che è già terminato da quattro mesi.
Resta da comprendere come fare a verificare compiutamente il rispetto del limite degli 800.000 euro della Sezione 3.1 del “Quadro temporaneo” se l’importo del primo acconto Irap non è “certo” ma può variare in relazione al confronto tra Irap dovuta 2020 e Irap “storica” 2019. Considerando però che la variazione può essere solo al ribasso (nel caso – assai probabile – in cui l’Irap 2020 si dimostri inferiore a quella dovuta per il 2019), prudentemente può essere per il momento considerato un aiuto ricevuto pari al primo acconto determinato con il metodo storico.