Professione

Commercialisti emergenza tra scadenze e routine

Da Vicenza a Bari le testimonianze dei professionisti

di Ivan Cimmarusti

Un congestione di scadenze fiscali e adempimenti, cui si è aggiunta l’interpretazione di norme «farraginose e tardive», che hanno avuto la conseguenze di creare ritardi e disagi nel lavoro dei commercialisti.

C’è chi lavora 16 ore al giorno per risolvere tutte le pratiche e chi si deve barcamenare tra le richieste continue di delucidazioni dei clienti e lo studio di questa ampia produzione normativa che ha contraddistinto la fase dell’emergenza epidemiologica, senza contare il disbrigo delle pratiche tributarie classiche. Un cocktail che ha messo in affanno molti studi professionali.

Paolo Bertamino, commercialista di Genova, spiega che «ho uno studio snello, senza dipendenti, per questo sono riuscito a smaltire tutto il lavoro. Ma ho affrontato turni di lavoro di 16 ore al giorno. Il problema principale è stato lo sfasamento di tutte le scadenze».

Giuseppe Attardo Parrinello, con studio a Vicenza, racconta che «da metà marzo a fine aprile c’è chi ha lavorato in smart working e chi non ha lavorato proprio. Vero è che in quel periodo hanno spostato una serie di scadenze ma è anche vero che alla ripresa ci siamo trovati sia l’arretrato sia le scadenze al 30 giugno». Non solo: «Tutta la produzione normativa che c’è stata, come per esempio il credito di imposta sugli affitti e la richiesta del fondo perduto per le aziende, si sono sommate al resto del lavoro. Siamo in affanno, anche perché abbiamo dovuto iniziare con le dichiarazioni dei redditi ai primi di luglio».

Stessa cosa è registrata a Roma: «L’operatività classica si è arrestata per una confusione che ha colpito un po’ tutti», spiega la commercialista Emanuela De Bianchi: «Siamo subissati di domande relative ai provvedimenti fiscali e bonus». Tra l’altro, racconta, «quelle che erano le anticipazioni e gli slogan» sui provvedimenti normativi emessi durante la fase epidemiologica, «non coincidevano poi con i provvedimenti».

Per il commercialista romano Alessandro Frasca, «le scadenze fiscali già di loro sono complesse e articolate. In questa fase di Covid e lockdown, inoltre, c’è stato un appesantimento dovuto allo studio di tutti questi provvedimenti legati all’emergenza e alle difficoltà delle imprese».

Di «confusione del sistema» parla il commercialista di Bari Francesco Frascerra: «Comunicati stampa e slogan sulle varie misure varate nel periodo emergenziale non hanno trovato riscontro nelle successive misure». Tra l’altro, continua, «molte linee agevolative, come i crediti di imposta, presentano aspetti che devono essere ancora chiariti. Tutto questo si sta sommando alla routine e alle scadenze dei vari contribuenti, creando non poche difficoltà nello svolgimento del lavoro».

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