Professione

Commercialisti, da integrare governance e ambiente

L’Aidc spiega come affrontare l’impatto dei fattori Esg sulle imprese

di Massimo Carbonaro

Competenza e formazione non bastano: anche per i commercialisti affrontare l’impatto dei fattori Esg sulle imprese, sempre più attente alla sostenibilità, necessita di multidisciplinarità.

È il presidente dell’Aidc (Associazione italiana dottori commercialisti ed esperti contabili) di Milano, Edoardo Ginevra, a sottolinearlo. «La nostra formazione tecnica ci può mettere – spiega – in condizione di affrontare in maniera adeguata la “G” di governance, ma c’è bisogno di un’integrazione di competenze diverse perché c’è tutta la componente di impatto ambientale e quella sociale che deve essere arricchita nei nostri studi».

Senza contare che il tema è sempre più stringente non solo per le grandi imprese, ma anche per le Pmi e la micro-impresa. Il commercialista può affiancare un’azienda nella definizione di un piano strategico che includa gli obiettivi di sostenibilità, nella scelta di una governance adeguata, nel misurare e rendicontare i risultati raggiunti, ma non basta.

«Non è un tema che si può svolgere al futuro – sottolinea Ginevra – sia perché il sistema finanziario sta introducendo driver di sostenibilità per l’accesso al credito, ma anche per motivi di filiera, perché la piccola impresa che lavora con la grande deve dimostrare la coerenza degli standard della grande impresa committente. Senza contare le esigenze di mercato».

L’Aidc ha colto questa necessità e ha intrapreso da tempo un programma di formazione dedicato proprio alla “G” di governance e più recentemente ha dato vita a un comitato scientifico che mette insieme competenze diverse. «Adesso - conclude - per chi ha già seguito la formazione base che ogni anno è sempre al completo, parte l’edizione Plus tutta orientata ai temi della sostenibilità e della strutturazione di una buona governance».

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