Professione

Commercialisti, Virgillito (Ungdcec) lancia l’«esclusiva condivisa» sulla cessione d’azienda

di Federica Micardi

La professione di dottore commercialista sta perdendo appeal. Lo afferma, preoccupato, Daniele Virgillito, presidente dell’Unione nazionale giovani dottori commercialisti ed esperti contabili, ai margini del 57esimo Congresso dell’Ungdcec, che si conclude oggi a Torino.

Virgillito sottolinea che il saldo tra cessazioni e nuove iscrizioni, seppur di poco, resta positivo (+0,4%): «Se però guardiamo ai tirocinanti emerge che, nonostante a livello nazionale il numero resti costante, in realtà stanno sensibilmente calando nelle aree dove il reddito professionale è tra i più alti».

Non è quindi una questione di guadagno. I problemi sul tappeto della professione sono tanti, tra gli adempimenti che aumentano, le norme che cambiano e la ricerca di una nuova identità. Un problema che è noto ma fatica a trovare una soluzione. «Già nel 2009 dicevamo che bisognava puntare sulla consulenza e abbandonare la contabilità - ricorda Virgillito - ma nella realtà non lo abbiamo fatto; eppure è evidente che tutte le attività standardizzabili saranno svolte dalle macchine».

E mentre c’è chi - come Andrea di Cuneo, chiede che si punti a ottenere delle esclusive, altri ricordano che la politica non fa scelte in base alle competenze e alla professionalità dimostrata ma seguendo politiche di lobby. «È quanto è successo - dice Virgillito - con i consulenti del lavoro, che hanno ottenuto la possibilità di seguire la crisi d’azienda senza avere la formazione necessaria».

In merito alle esclusive Virgillito lancia l’idea di esclusive condivise tra categorie: «Prendiamo il caso della cessione d’azienda, che potrebbe essere estesa anche a commercialisti e avvocati; probabilmente gli studi dei commercialisti non sono strutturati per svolgere il ruolo di pubblico ufficiale in questo frangente, però tutti i passaggi che precedono la registrazione possiamo farli e già li facciamo perché non pensare a un’esclusiva condivisa che nei fatti già c’è?».

Va detto che la cessione d’azienda “estesa” è in forse e per diversi professionisti presenti a Torino la frenata è dovuta ai notai «che a differenza dei commercialisti - afferma Giuseppe di Roma - sanno fare lobby molto bene». E, riguardo a questa lotta di competenze, Giovanna di Torino lamenta che i notai nel difendere la necessità che la cessione d’azienda resti a loro hanno sottolineato le scarse segnalazioni fatte dai commercialisti alla Uif «come ad accusarci di chissà quale connivenza».

L’equo compenso è un altro tema che scalda i giovani. Anche alla luce delle responsabilità. A questo proposito Roberto Cunsolo, consigliere nazionale, ha ricordato dal palco che «il Consiglio ha più volte sollevato il problema della responsabilità illimitata dei revisori».

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