Controlli e liti

Commissioni tributarie, sospeso (anche) il deposito delle sentenze

Il Consiglio di presidenza: stop fino al 15 aprile anche per le pronunce di udienze già discusse

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di Antonio Iorio

Il Consiglio di presidenza della giustizia tributaria (Cpgt) ha invitato i giudici delle commissioni tributarie a sospendere l’attività di deposito dei provvedimenti in corso, per riavviarla dal 16 aprile o ad altra data eventualmente stabilita. L’indicazione è la conseguenza della previsione contenuta nell’articolo 83 del Dl “cura Italia”, che ha sospeso anche per il processo tributario il decorso dei termini per il compimento di qualsiasi atto.

Secondo la comunicazione del Consiglio di presidenza saranno sospesi anche i depositi delle sentenze relative alle udienze già discusse.

La missiva si limita sostanzialmente a riportare la nuova norma. Va detto che il termine di deposito delle sentenze è un termine ordinatorio il cui mancato rispetto non ha alcuna conseguenza né sostanziale, né processuale. Tanto che da anni molti giudici di numerose commissioni depositano le sentenze ben oltre i termini previsti, e mai tale ritardo ha comportato alcuna conseguenza, né in proposito risultano iniziative del Consiglio di presidenza.

Tuttavia era l’occasione, al momento sfumata, per l’alto organo di vertice, di fornire indicazioni operative e quindi anche interpretative, sulle varie questioni attualmente controverse e che interessano non solo i contribuenti ma anche i giudici.

Ad oggi, ad esempio, vi sono forti perplessità su come debba essere computato il termine di sospensione dei termini: se cioè debba sempre sommarsi agli ordinari termini (un po’ come accade per la sospensione feriale) o se possano esserci casi in cui non operi, come per le impugnazioni che naturalmente scadrebbero oltre il 15 aprile. Ancora, tra le questioni processuali controverse c’è il differente termine di sospensione tra le parti processuali che emerge dalla lettura del decreto: per il contribuente fino al 15 aprile, per gli enti impositori fino al 31 maggio. Sicché in presenza della medesima sentenza da appellare, le parti processuali avrebbero scadenze differenti per proporre l’impugnazione. Poiché saranno proprio le commissioni tributarie che, in prima battuta, verranno chiamate ad affrontare anche questi aspetti controversi, fermo restando l’autonomia decisionale di ciascun giudice e il differente ruolo istituzionale del Consiglio di presidenza, qualche indicazione al riguardo sarebbe stata accolta con favore da tutti gli operatori del settore.

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