Adempimenti

Concordato preventivo, quattro sindacati dei commercialisti proclamano lo sciopero. De Nuccio: non appoggiato dall’Ordine

Le associazioni Anc, Andoc, Fiddoc e Unico: astensione dalle ore 24 del 30 ottobre 2024 alle ore 24 del 7 novembre 2024. Il presidente del Cndcec: coinvolte solo poche sigle, avanti con il dialogo

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di Giovanni Parente e Valeria Uva

I sindacati dei commercialisti scelgono la linea dura contro le richieste di proroga rimaste finora inascoltate della scadenza del 31 ottobre per l’adesione al concordato preventivo biennale (Cpb). Quattro sigle hanno proclamato lo sciopero che riguarderà l’invio dei modelli Redditi 2024. Le associazioni Anc, Andoc, Fiddoc e Unico hanno, infatti, reso noto l’astensione collettiva nazionale della categoria dalle ore 24 del giorno 30 ottobre 2024 alle ore 24 del giorno 7 novembre 2024. Ma il Consiglio nazionale dei commercialisti (Cndcec) prende le distanze. Il presidente Elbano de Nuccio, interpellato dall’agenzia Ansa, sottolinea che «è uno sciopero dichiarato solo da poche sigle sindacali di categoria, uno sciopero che non è appoggiato dal Consiglio nazionale, che non ha chiesto lo sciopero», considerandolo «l’extrema ratio», mentre «è ancora aperto un canale di dialogo istituzionale tra il Consiglio nazionale e il governo».

Le modifiche normative

La decisione dei sindacati, come spiegano i presidenti delle quattro associazioni, è motivata dall’«inadeguatezza della scadenza del nuovo adempimento, amplificata dall’incertezza normativa che ha caratterizzato gli aspetti applicativi del provvedimento». A ciò si aggiungono, a loro avviso, «le correlate difficoltà per i contribuenti di valutare adeguatamente le conseguenze che comporta l’adesione o meno al nuovo strumento di compliance».

L’impatto del ravvedimento speciale

In questo contesto si è aggiunto anche il ravvedimento speciale (introdotto nella conversione del decreto Omnibus) consentito ai soggetti Isa che aderiranno al concordato preventivo biennale. Gli iscritti agli Ordini dei commercialisti - sottolineano sempre le quattro sigle sindacali - «sono stati privati di un tempo congruo per poter illustrare compiutamente ai contribuenti assistiti il nuovo Cpb, a seguito anche delle recenti modifiche normative». E mettono in evidenza anche la necessità di controllare i dati messi a disposizione nel cassetto fiscale dall’amministrazione finanziaria per consentire il calcolo della sanatoria 2018-2022 a causa dei «numerosi errori», che sempre secondo la nota dei sindacati, sono stati «riscontrati dai colleghi».

La comunicazione ai clienti

Le associazioni, nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 3 del Codice di autoregolamentazione, si faranno carico di trasmettere e di diffondere a tutti gli iscritti all’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili il documento in grado di consentire «la comunicazione preventiva alla propria clientela». Allo stesso tempo «si rendono disponibili a un confronto con il Mef» per arrivare a una soluzione che «sia soddisfacente per le parti interessate».

Le regole per lo sciopero

La Commissione di garanzia degli scioperi ha da tempo inserito l’attività dei commercialisti, come quella degli altri liberi professionisti, tra i «servizi pubblici essenziali» regolati dalla legge 146/1990 sullo sciopero. Quindi lo sciopero proclamato dalle quattro sigle sindacali dei commercialisti si svolgerà con le modalità previste dal Codice di autodisciplina della categoria firmato nel 2014 da tutte le sigle (Adc. Aidc, Anc, Andoc, Unagraco, Ungdec e Unico), comprese quelle che non hanno aderito a questa astensione e giudicato idoneo dalla Commissione sempre dieci anni fa. In pratica quindi l’astensione dal lavoro non può durare più di otto giorni lavorativi consecutivi e va comunicata alla clientela entro dieci giorni dall’inizio. E alla Commissione 15 giorni prima (termine che scade appunto il 15 ottobre).

Le prestazioni da garantire

Il Codice, all’articolo 5, indica con precisione quali sono le prestazioni essenziali che vanno garantite comunque che sono:- un orario minimo di apertura di due ore giornaliere da comunicare in via preventiva ai clienti;- la predisposizione e consegna delle buste paga;- la predisposizione e consegna al cliente del modello F24, quando richiesto ai fini del pagamento in forma autonoma:- l’assistenza in caso di controlli e accertamenti fiscali;- rispetto dei termini perentori prescritti nell’ambito dei procedimenti tributari o civili in merito all’attività di attestazione o in presenza di concordati.«Ma l’astensione riguarderà solo l’invio dei Modelli Redditi - precisa il presidente di Anc, Marco Cuchel- che saranno inviati solo a partire dall’8 novembre. Tutti gli altri nostri servizi e le attività non saranno rimandati». In teoria, alla luce dell’articolo 5, anche la preparazione del modello Redditi rientrerebbe tra le prestazioni minime garantite se il cliente decidesse poi di inviarlo in maniera autonoma. Strada che però appare poco praticabile, soprattutto per le imprese che avrebbero a che fare con procedure complesse. «Comunque se un cliente lo desidera, gli daremo la documentazione per l’invio autonomo, ma crediamo non ce ne sia bisogno - precisa Cuchel - lo sciopero si svolge secondo il Codice di autodisciplina e quindi noi riteniamo che i nostri clienti saranno comunque esonerati da responsabilità in caso di invio tardivo perché farà fede l’autorizzazione all’invio a nostro carico contenuta negli stessi Modelli».

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