Finanza

Contratti di sviluppo, più fondi per ambiente e biomedicale

Il Mise redistribuisce le risorse recuperate dalla direttiva di aprile 2020

di Alessandro Sacrestano

Il decreto Mise del 5 marzo 2021 (pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» del 28 maggio) ha disposto che le risorse rinvenienti dalle economie conseguenti alla direttiva ministeriale del 15 aprile 2020 fossero assegnate ai contratti di sviluppo di cui al Dl 104/2020 (si veda l’articolo). Le economie sono così redistribuite:

• 150 milioni di euro alle istanze di contratto di sviluppo presentate all’Agenzia (Invitalia) e che non hanno trovato copertura a valere sulle risorse già assegnate allo strumento agevolativo, suddividendole al 50% per le istanze insistenti sui territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia e per il restante 50% alle altre regioni italiane;

• 250 milioni di euro alle istanze di accordo di programma o di sviluppo presentate successivamente alla data di pubblicazione della direttiva Mise del 15 aprile 2020. In particolare: 100 milioni per i programmi di sviluppo per la tutela ambientale ovvero programmi di sviluppo di rilevante impatto ambientale attinenti alla trasformazione tecnologica dei prodotti o dei processi produttivi finalizzata all’aumento della sostenibilità ambientale, anche in un’ottica di economia circolare; 150 milioni per i programmi di sviluppo del settore biomedicale e della telemedicina;

• 100 milioni di euro alle istanze di Accordo di programma o di sviluppo da presentarsi e relative a programmi di sviluppo coerenti con il percorso nazionale di decarbonizzazione del sistema energetico e industriale, anche attraverso lo sviluppo delle relative filiere in settori industriali e tecnologici, in particolare attraverso l’utilizzo di idrogeno generato da fonti rinnovabili.

Si ricorda che i programmi di sviluppo possono essere presentati da imprese, italiane o estere, di qualsiasi dimensione, distinguendo il soggetto proponente, che promuove il programma e ne è responsabile per la coerenza tecnica ed economica, dalle altre imprese che, invece, realizzano i progetti di investimento nell’ambito del programma di sviluppo.

Il programma del soggetto proponente deve presentare spese ammissibili non inferiori a 10 milioni di euro per quanto riguarda i programmi di sviluppo industriali e per la tutela ambientale, 3 milioni di euro per quelli che riguardano esclusivamente attività di trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli e 5 milioni di euro per i programmi di sviluppo delle attività turistiche ovvero 3 milioni di euro per i programmi di sviluppo delle attività turistiche che riguardano le aree interne del Paese o il recupero e la riqualificazione di strutture edilizie dismesse.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©