Professione

Professionisti esclusi dai contributi a fondo perduto

Resta uno spiraglio nel Dl Rilancio per i pensionati attivi iscritti alla gestione separata dell’Inps

di Alessandro Sacrestano

Dal testo del decreto Rilancio inviato alla Gazzetta Ufficiale per la pubblicazione (articolo 25) scompaiono, tra i beneficiari del contributo a fondo perduto, i professionisti iscritti alle Casse di previdenza privatizzate. Nonostante, infatti, il comma 1 della norma in discussione preveda espressamente anche i “lavoratori autonomi” fra i destinatari dell’incentivo, con una modifica prevista in extremis nel testo del successivo comma 2, l’Esecutivo ha chiarito che escono dal novero dei beneficiari i lavoratori dipendenti e i professionisti iscritti agli enti di diritto privato di previdenza obbligatoria di cui ai decreti legislativi 30 giugno 1994, n. 509 e 10 febbraio 1996, n. 103.

A conti fatti, il colpo di spugna del Governo rappresenta una doccia fredda per avvocati e procuratori legali, dottori commercialisti ed esperti contabili, geometri, ingegneri e architetti, notai, consulenti del lavoro, medici, farmacisti e giornalisti.

Dopo l’esclusione dal bando mascherine, previsto dal Dl Cura Italia, il niet del Consiglio dei ministri sull’accesso al fondo perduto è un’altra delusione per i professionisti “strutturati”.

Semaforo rosso anche per i lavoratori autonomi che non sono iscritti ad alcuna Cassa di categoria; si tratta, in particolare, degli iscritti alla gestione separata Inps. Vengono infatti esclusi dal contributo a fondo perduto coloro che avevano diritto di chiedere l’infennità prevista dall’articolo 27 (partite Iva e Coo.co.co) e dall’articolo 38 (lavoratori dello spettacolo) del Dl 18/2020. Sono invece inclusi i lavoratori autonomi richiamati dall’articolo 28 del Dl 18, ad esempio quelli iscritti all’Ago.

Come spiega lo stesso sito dell’Istituto di nazionale previdenza, quello della gestione separata è un fondo pensionistico a cui devono registrarsi lavoratori autonomi e liberi professionisti che, come detto, sono privi di una Cassa di categoria.

Attraverso un'applicazione rigida del testo della norma sembrano non potersi escludere i lavoratori autonomi che già godono del trattamento pensionistico garantito dall'Inps ma che, nonostante questo, continuano a svolgere la propria attività con partita Iva. Anche agli iscritti alla Gestione Separata, infatti, è consentito di godere della pensione pur continuando la propria attività professionale.

Le altre partite Iva che potranno accedere a questo contributo sono probabilmente gli artigiani, i commercianti e gli iscritti all’Ag0. Si ricorda che per fruire del contributo a fondo perduto, l’ammontare del fatturato prodotto dal lavoratore autonomo al mese di aprile 2020 deve risultare inferiore ai due terzi dell’ammontare del fatturato al mese di aprile 2019.

Il bonus spetta per un importo non inferiore a mille euro per le persone fisiche e non concorre alla formazione della base imponibile Irpef e Irap.

Per richiederlo, è necessario presentare un’istanza telematica all’agenzia delle Entrate che, ad accoglimento della domanda, procederà all’accredito diretto in conto corrente bancario o postale dell’importo spettante.

Il bonus spettante è pari 20% della differenza registrata fra il 2020 e il 2019 per chi nel 2019 ha dichiarato compensi non superiori a quattrocentomila euro. L’aliquota scende al 15% o al 10% se, rispettivamente, si sono percepiti compensi fino a un milione di euro o oltre, ma fino a massimo cinque milioni.


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