Professione

Contro il gioco dei minorenni più peso all’agente provocatore

immagine non disponibile

di Alessandro Galimberti

Il contrasto al gioco d’azzardo dei minorenni rinforza il presidio dell’agente provocatore, figura che sta ormai ritagliandosi un suo ruolo nell’ordinamento, sempre più slegato dall’ambito emergenziale in cui era originariamente previsto (infiltrazione in contesti criminali difficilmente permeabili). La nuova applicazione del poliziotto/militare sotto copertura arriva dallo schema di decreto fiscale che affianca al personale dell’agenzia delle Dogane e dei Monopoli - nel frattempo accorpato - poliziotti, carabinieri e guardia di finanza.

Se non cambia la procedura introdotta già sette anni fa (Dl 16/2012), visto che gli interventi dovranno essere ugualmente coordinati dall’Agenzia, si modifica, ampliandolo, il raggio di azione, considerato che al profilo dell’evasione fiscale si aggiunge quello più spiccatamente criminale. Non solo perché l’agente potrà provocare anche il gioco di minori (ovviamente laddove si parta da un ragionevole sospetto/indizio di irregolarità in uno specifico locale), ma anche perché lavorando in loco e sotto copertura gli agenti potranno sperimentare le nuove frontiere criminali del gioco clandestino.

Nella relazione al decreto si sottolinea, infatti, che apparecchi apparentemente utili per erogare servizi come ricariche telefoniche e altro vengono in realtà “convertiti” da remoto in videopoker o in slot machine illegali. Oppure, è stato appurato che talune agenzie di scommesse, anche se collegate a bookmaker in possesso di concessione, offrono “in nero” scommesse mediante collegamento telematico con altri bookmaker illegali, situati al di fuori del territorio dello Stato.

Non solo. L’indagine sotto copertura potrà essere utilizzata anche per identificare i reali soggetti titolari di piattaforme di gioco che offrono illecitamente scommesse o altri giochi on line in Italia, andandosi quindi a coordinare con la disposizione che introduce il divieto, per gli operatori bancari, per i soggetti emittenti carte di credito e per gli operatori finanziari e postali, di procedere alle operazioni di trasferimento di denaro a favore di soggetti che raccolgono gioco in Italia, attraverso reti telematiche o di telecomunicazione, in mancanza di concessione o, comunque, di qualsiasi altro titolo abilitativo richiesto all’esercizio di tale attività.

Lo scorso anno l’Agenzia aveva stimato un aumento del volume d’affari del 10% rispetto a quello del 2018 (circa 1,8 miliardi), con un incremento stimato del gettito di almeno 35 milioni di euro annui, a partire dal 2019. A oggi, il trend registrato nel corso del 2019 ha confermato tale previsione, per cui la stima finale di gettito aggiuntivo arriverebbe a 25 milioni anno. Con una postilla curiosa: eventuali vincite degli undercover dovranno necessariamente finire nella dote di 100mila euro (autofinanziata) dell’Agenzia.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©