Professione

Coronavirus, agli autonomi iscritti all’Inps residenti nella zona rossa 500 euro al mese

L’indennizzo durerà massimo tre mesi e sarà parametrato all’effettiva sospensione dell’attività

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di Barbara Massara

I lavoratori autonomi della “zona rossa” potranno ottenere dall’Inps un indennizzo mensile esente da tassazione di 500 euro per un massimo di tre mesi.

È questa la misura prevista dall’articolo 16 del decreto legge 9/2020 in favore dei lavoratori autonomi assicurati presso l’istituto nazionale di previdenza che, alla data del 23 febbraio 2020, risultino residenti o domiciliati in uno dei comuni dell’allegato 1 del decreto del presidente del Consiglio dei ministri del 1° marzo o che, alla medesima data, svolgano attività lavorativa in uno dei medesimi comuni (dieci in Lombardia e uno in Veneto).

L’indennità è riservata all’ampia categoria dei lavoratori autonomi, professionisti e imprenditori con copertura previdenziale presso l’assicurazione generale obbligatoria Inps (o forme esclusive e sostitutive) o presso la gestione separata sempre dell’istituto nazionale di previdenza.

Tra questi vi sono i collaboratori coordinati e continuativi, gli agenti e i rappresentanti di commercio, gli artigiani e i commercianti iscritti presso la relativa gestione, i lavoratori autonomi agricoli, i professionisti privi di una Cassa previdenziale privata, gli incaricati alle vendite a domicilio. Sono pertanto esclusi i liberi professionisti iscritti alle relative casse previdenziali di categoria.

L’indennità è pari a 500 euro al mese, non concorre alla formazione del reddito ed è riconosciuta per un periodo massimo di tre mesi. L’importo è comunque parametrato all’effettiva sospensione dell’attività lavorativa.

La procedura di richiesta e autorizzazione della prestazione ricalca quella già prevista per la cassa integrazione in deroga disciplinata dagli articoli 15 e 17 dello stesso decreto legge.

Il ruolo da protagonista è attribuito alla Regione, alla quale il lavoratore autonomo dovrà indirizzare la propria domanda, che sarà poi istruita dall’ente secondo l’ordine cronologico di presentazione della stessa. Considerata la specialità della procedura e la pluralità dei soggetti coinvolti, si attendono ulteriori e tempestive istruzioni operative da parte delle Regioni nonché del ministero del Lavoro e dell’Inps.

Per questo ammortizzatore sono state stanziate risorse per 5,8 milioni di euro (corrispondenti a 3.866 assegni da 1.500 euro), da ripartire tra le Regioni interessate con apposito decreto direttoriale del Lavoro, e una volta esaurite non sarà possibile accettare le successive domande.

Sarà la Regione interessata ad autorizzare il trattamento richiesto con apposito decreto, che dovrà essere trasmesso telematicamente all’Inps entro le 48 ore successive alla relativa adozione. Unitamente al decreto, la Regione fornirà all’Inps la lista dei beneficiari della prestazione, affinchè l’istituto possa provvedere alla diretta erogazione della stessa.

L’istituto di previdenza, oltre che a corrispondere la prestazione, è altresì chiamato al monitoraggio del rispetto del limite di spesa, i cui risultati dovranno essere condivisi con il ministero del Lavoro e con le Regioni interessate, affinchè in caso di esaurimento, non vengano più adottati decreti di concessione dell’ammortizzatore.

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