Imposte

Crediti, Poste pronta a ripartire. Cdp apre a soluzione di sistema

La decisione dopo Banco Bpm, che nei giorni scorsi aveva parlato di una cauta apertura a nuove operazioni, e Crèdit Agricole, che si era detta pronta a ripartire

Poste è pronta a riaprire. È la prima conferma ufficiale della prossima ripartenza di una piattaforma che, nei mesi scorsi, ha rappresentato uno degli snodi chiave per il mercato delle cessioni. Ed è arrivata dal condirettore generale di Poste italiane, Giuseppe Lasco: «Siamo assolutamente pronti per ripartire, laddove ci sia una condivisione, anche con il governo, perché anche alla luce delle ultime disposizioni del governo la nostra attività è diretta ai privati, alle famiglie».

Dopo Banco Bpm, che nei giorni scorsi aveva parlato di una cauta apertura a nuove operazioni, e Crèdit Agricole, che si era detta pronta a ripartire, ora è il momento del soggetto che più di tutti ha operato sul mercato delle cessioni di taglio più piccolo. Non sono ancora noti i tempi e, per ora, il portale di Poste è ancora chiuso; ma le prospettive a questo punto sono positive. Anche se, sul fronte della nuova società veicolo, che dovrà comprare crediti fiscali, Lasco dice: «Non siamo coinvolti e non siamo interessati a questa piattaforma».

Maggiori aperture arrivano, invece, da Cassa depositi e prestiti. Sull’ipotesi di un veicolo ponte che sblocchi la situazione dei crediti incagliati «per il momento non siamo direttamente coinvolti in nessuna iniziativa, ma se ce n’è una di sistema che può dare una mano alla ripresa del Paese siamo disponibili a valutarla con serenità e obiettività». È quanto ha detto ieri l’amministratore delegato di Cdp, Dario Scannapieco.

Si tratta del veicolo finanziario, promosso da Enel X, che nascerà per sbloccare i crediti incagliati. Il primo a parlarne è stato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti: «È in corso l’elaborazione di un sistema, una specie di piattaforma, che dovrebbe in qualche modo permettere di smaltire tutto l’arretrato». Una traccia alla quale, nelle ore successive, proprio il ceo di Enel X, Francesco Venturini, ha aggiunto diversi elementi, parlando di «un veicolo finanziario che acquisti i crediti fiscali, certificati come certi, liquidi ed esigibili da un primo cessionario, ed esegua un ponte per cedere nuovamente tali crediti a terzi secondo il loro calendario di scadenze fiscali, affinché ne abbiano un vantaggio diretto ed immediato».

Mettendo in fila questi pezzi, l’ipotesi è che le banche continuino a fare il lavoro di due diligence sulla formazione dei crediti di imposta, guidando le procedure di raccolta dei documenti e comunicazione all’agenzia delle Entrate. In questo modo, agli step successivi arriveranno solo crediti verificati e dotati di tutto il dossier di documenti richiesto dalla legge per scongiurare la responsabilità solidale.

A valle degli istituti, poi, si collocherà una nuova società (con Enel X capofila, ma con il coinvolgimento di altri soggetti) che avrà di fatto il compito di liberare la capienza fiscale delle banche, acquisendo i crediti, e poi di trasferire gli sconti fiscali a soggetti terzi, soprattutto imprese con ampi margini di capienza fiscale e molti F24 da pagare, interessati a rilevare i bonus in prossimità delle scadenze fiscali. In qualche caso, il nuovo veicolo finanziario potrà comprare anche direttamente dalle imprese che hanno concesso lo sconto in fattura. Uno schema che, indirettamente, dovrebbe consentire alle stesse banche di riaprire gli acquisti.

L’operazione nasce per ridurre il numero di cessioni e i costi, basandosi su una struttura leggera. Un tema centrale anche per le imprese del settore edilizio che, proprio su questo punto, temono che il coinvolgimento di nuovi soggetti possa aprire spazi di speculazione ai danni di cittadini e imprese. I margini di chi entra su questo mercato dovranno, insomma, essere contenuti.

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