Imposte

Credito d’imposta del 60% per mettere in sicurezza le attività aperte al pubblico

Cambia l’incentivo all’adeguamento degli spazi e a una diversa organizzazione del lavoro

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di Gianluca Dan

Il Governo interviene con il decreto Rilancio per incentivare l’adeguamento degli ambienti di lavoro in funzione della riapertura in sicurezza delle attività economiche nella fase 2. Con l’articolo 123 decreto viene istituito un credito d’imposta pari al 60% delle spese sostenute nel 2020 per gli investimenti adottati per fronteggiare le misure legate alla diversa organizzazione del lavoro e all’adeguamento degli ambienti che necessitano di dispositivi di sicurezza per poter aprire.

La platea dei beneficiari è molto ampia e comprende gli operatori con attività aperte al pubblico, quali tipicamente quelle della ristorazione e alberghiere comprendendo i bar, ristoranti e alberghi o quelle dell’intrattenimento quali i teatri e i cinema.

Agli esercenti attività d’impresa, arte o professione in luoghi aperti al pubblico, oltre che alle associazioni, alle fondazioni e agli altri enti privati, compresi gli enti del Terzo del settore, viene riconosciuto un credito d’imposta in misura pari al 60%, delle spese sostenute nel corso del 2020, relative a investimenti per un massimo di 80.000 euro.

Lo stesso articolo del decreto contiene un primo elenco non esaustivo di investimenti per i quali è ammessa l’agevolazione che richiama le spese sostenute in relazione agli interventi necessari per far rispettare le prescrizioni sanitarie e le misure di contenimento contro la diffusione del virus Covid-19, ivi compresi gli interventi edilizi necessari per il rifacimento degli spogliatoi, mense, realizzazione di spazi medici, ingressi e spazi comuni.

Per espressa previsione vi rientrano anche le spese sostenute per l’acquisto degli arredi di sicurezza e quelle necessarie per gli investimenti di carattere innovativo quali lo sviluppo o l’acquisto di tecnologie necessarie allo svolgimento dell’attività lavorativa oltre alle apparecchiature per il controllo della temperatura dei dipendenti e degli utenti.

Il credito d’imposta per l’adeguamento degli ambienti di lavoro è cumulabile con le altre possibili agevolazioni previste per le medesime spese, comunque nel limite massimo dei costi sostenuti, ed è utilizzabile nell’anno 2021 esclusivamente in compensazione mediante F24.

Il credito d’imposta è cedibile ad altri soggetti, compresi istituti di credito e altri intermediari finanziari, con facoltà di successiva cessione del credito stimolando così la monetizzazione del credito stesso.

Non potendo in questa fase identificare tutte le categorie di investimenti necessari alla riapertura la norma prevede che, con apposito decreto possano essere individuati ulteriori investimenti ammissibili all’agevolazione o beneficiari della stessa sempre rispettando il limite massimo di spesa fino a 2 miliardi di euro.

Infine si segnala che, a differenza di altri tax credit contenuti nello stesso decreto, non viene prevista l’esclusione dalla formazione del reddito ai fini dell’Irpef e dell’Ires e del valore della produzione ai fini dell’Irap, legittimando pertanto le valide future richieste di una sua esenzione come già avvenuto per il credito d’imposta sulle locazioni.

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