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Cultura Crea Plus, contributi per 10 milioni di euro anche agli enti del Terzo settore

di Jessica Pettinacci e Gabriele Sepio

Cultura Crea Plus: si aprono il 7 novembre prossimo le domande per i 10 milioni di euro stanziati a titolo di ristoro anche per gli enti del Terzo settore (Ets). Si tratta di un incentivo a valere sui fondi del Pon Fesr “Cultura e Sviluppo” 2014-2020, previsto dal ministero della Cultura a sostegno degli enti colpiti dall’emergenza Covid-19 e che operano nel settore culturale, creativo e turistico. Più nello specifico, la misura consiste nell’attribuzione di un contributo a fondo perduto a copertura delle spese, nella misura massima di 25mila euro per ciascun ente, a fronte di una dotazione finanziaria pari a 10 milioni di euro.
Un’occasione di non poco rilievo per il mondo culturale, incluso quello del Terzo settore, specie considerato che le risorse verranno assegnate non in base a una graduatoria, ma fino a esaurimento fondi.

Un aspetto da chiarire riguardo senz’altro l’ambito soggettivo dei beneficiari. Oltre agli enti societari, il decreto ministeriale include espressamente nel novero anche gli Ets: imprese sociali ma non solo. Rientrano nel novero anche le realtà non profit iscritte nei previgenti registri delle organizzazioni di volontariato (Odv) o delle associazioni di promozione sociale (Aps) o nell’Anagrafe Onlus.

Si fa dunque riferimento, come in molti casi, ai vecchi registri di settore, oggi sostituiti e assorbiti dal Registro unico nazionale del Terzo settore (Runts), operativo dallo scorso novembre.

Oltre alla veste di Ets, la normativa richiede che si tratti di soggetti operanti nelle azioni del Pon, costituiti alla data del 1° gennaio 2020 e che svolgano regolarmente le attività rientranti negli specifici elenchi dei codici Ateco previsti. Si pensi, ad esempio, all’attività di gestione di teatri, musei e biblioteche.

Va tuttavia considerato che i codici Ateco riguardano, appunto, attività economiche che nella maggioranza dei casi gli Ets, ad eccezione delle imprese sociali, svolgono in via secondaria e strumentale. Aspetto, questo, da chiarire specie per il mondo del Terzo settore. Da un lato la normativa sembrerebbe introdurre dei paletti con riguardo alle tipologie di attività finanziate. Dall’altro, le altre previsioni sembrerebbero premiare l’apporto degli Ets, considerato che i ristori dovranno destinarsi al sostegno di attività che generino impatto sociale positivo sul territorio.

In questo senso, ferma la possibilità di accesso per tutti gli Ets, va considerato che la qualifica del Terzo settore più in linea con la formulazione del Cultura Crea sembrerebbe essere quella dell’impresa sociale. Ciò anche e soprattutto in considerazione del fatto che la cultura rientra espressamente tra i settori di interesse generale previsti per le imprese sociali e svolti in modalità d’impresa (articolo 2, Dlgs 112/2017). Una qualifica che potrebbe risultare conveniente peraltro anche per la nuova disciplina fiscale, che esclude da imposizione l’utile che sia effettivamente reimpiegato nell’attività solidaristica, tassando invece tutto ciò che viene utilizzato per finalità diverse da quelle che non rientrano nei confini dell’attività svolta (ad esempio la distribuzione di utili, consentita entro limiti piuttosto ridotti articolo 18, Dlgs 112/2017). Una misura quest’ultima che non è ancora efficace e per la quale occorre attendere il vaglio Ue.

A livello operativo, la richiesta di accesso potrà essere presentata, esclusivamente online sul sito Invitalia, a partire dalle ore 10:00 del 7 novembre prossimo. Una volta accreditati sul portale Invitalia, occorrerà poi disporre di una Pec per perfezionare la presentazione della domanda. Oltre all’istanza, gli enti dovranno allegare anche atto costitutivo e statuto, bilanci 2019, 2020 e 2021, nonché altra documentazione attestante il possesso dei requisiti richiesti. Le agevolazioni saranno poi concesse a fronte di una procedura valutativa da parte di Invitalia, da espletarsi entro 60 giorni.